Avevano tra gli otto e i dodici anni i quattro bambini che, tra il 2003 e il 2009, sono stati vittime di abusi da parte di un insegnante di religione nella diocesi di Brooklyn. Per questo, la circoscrizione ecclesiastica locale pagherà la più alta indennità individuale mai assegnata dalla Chiesa: 27 milioni e mezzo di dollari, quasi 7 milioni ciascuno. L’insegnante, Angelo Serrano, ora 67enne, era impiegato nella piccola parrocchia di Santa Lucia, pur non essendo un prete. L’accordo firmato tra la diocesi e i difensori delle vittime cancella di fatto la denuncia che avrebbe portato l’uomo a processo all’inizio del prossimo anno. La notizia arriva dopo lo scandalo dei casi di pedofilia a Washington che ha portato Papa Francesco a togliere la porpora al cardinale Theodore McCarrick. E intanto si attendono chiarimenti dalla Santa Sede in merito alle accuse mosse al Pontefice dall’ex Nunzio Carlo Maria Viganò.
Serrano era stato arrestato nel 2009 per aver molestato un bambino. Dichiaratosi poi colpevole nel 2011, è stato condannato a quindici anni di carcere. Secondo i legali, la diocesi avrebbe accettato l’accordo anche per cercare di prendere le distanze da Serrano. Sono diversi i testimoni che raccontano del coinvolgimento dell’insegnante nella parrocchia oggi chiusa. “Lì c’era il suo ufficio e dava una mano con molte attività della parrocchia”, hanno dichiarato i legali. Anche un sacerdote della stessa parrocchia, citato nella denuncia ora cancellata, ha ammesso di aver visto l’insegnante baciare un bambino sulla bocca, senza però denunciare il fatto.
Secondo BishopAccountability.org, che riporta tutti i procedimenti giudiziari per abusi sessuali della Chiesa, l’indennità maggiore pagata era stata versata a due vittime di un sacerdote di Long Island, vicino a New York, ed era di quasi 3 milioni e mezzo di dollari. La notizia arriva in un momento molto delicato per gli Stati Uniti, dopo lo scandalo che vede implicati più di 300 sacerdoti in casi di pedofilia in Pennsylvania. Il Procuratore generale di New York ha chiamato in causa, all’inizio di settembre, le otto diocesi dello Stato, che conta circa sette milioni di cattolici, nel corso di un’ampia indagine sui casi di abusi nella Chiesa.