“Io mi sono recato personalmente a Rebibbia. Ieri si è verificata una tragedia vera“. Così, a L’Aria che Tira (La7), il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, commenta la tragedia avvenuta nel carcere di Rebibbia, dove una detenuta per traffico di sostanze stupefacenti, Sebesta, ha lanciato i suoi due figli dalle scale. Il Guardasigilli ricorda di aver sospeso i vertici della Casa circondariale femminile e spiega: “Sul mondo della detenzione non si può sbagliare. Attualmente quel mondo vive in condizioni gravi. Ci sono tanti interventi da fare e io mi sono impegnato a prendere provvedimenti. Ogni mattina, quando vado al Ministero, penso non solo ai detenuti, che vivono in condizioni gravissime” – continua – “ma anche agli agenti di polizia penitenziaria, che prendono sulle spalle il fatto che i governi abbiano abbandonato per anni quel mondo. Dentro questa cornice, se vedo che c’è qualcosa che non doveva accadere, prendo provvedimenti immediati. E in questo caso, degli errori sono stati fatti“.
Sulle polemiche relative alla opportunità di far vivere in carcere la detenuta, Bonafede è tranchant: “Se c’è una cosa che proprio mi fa schifo è che, anche quando c’è una tragedia, tutti si improvvisano tuttologi e parlano e commentano la legge. Qui non c’è nessun commento da fare, c’è solo da stare zitti e aspettare che ci siano gli accertamenti dei fatti. Io come ministro ho già preso provvedimenti a tempo di record“. E spiega: “Se ci sono le condizioni, si fa fare la detenzione domiciliare. Nel caso di questa donna, se stava sola a casa coi figli, non è che i due bimbi stavano in sicurezza. In queste circostanze, la magistratura ritiene che i detenuti debbano stare in sezioni specializzate, che prevedano, ad esempio, veri e propri asili nido in cui bambini dovrebbero essere controllati 24 ore su 24”.