“Vitalizi? Hanno avuto il fegato di fare ricorso questi signori. Loro ci hanno tagliato le pensioni. Noi gli tagliamo il vitalizio ma gli lasciamo almeno la pensione. Ci dovrebbero ringraziare e adesso fanno ricorso. Lo facciano. Io non mi spavento”. Così a Dimartedì (La7) il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, si esprime sui ricorsi presentati da circa 700 ex deputati contro l’abolizione del vitalizio, decisa dall’Ufficio di presidenza della Camera. “Qui per anni su queste sedie” – aggiunge – “mi è stato detto che non si potevano tagliare i vitalizi e da luglio Paolo Cirino Pomicino prende una pensione per quello che ha versato e non più il vitalizio che ha preso per tutti questi anni. Mi è stato detto che non si poteva dismettere l’Air Force di Renzi, cioè l’aereo che quel signore si era comprato a 170 milioni di euro e che non ha mai usato. Ora grazie a noi non avrete più sul groppone l’aereo comprato da quel signore, che si voleva fare lì dentro anche la doccia presidenziale”. Il vicepresidente del Consiglio puntualizza: “Ci fregiamo tutti che siamo in Europa, ma la Ue ci dice che il minimo per riuscire a sopravvivere è 780 euro al mese. Qui diamo pensioni di 400 euro al mese, sotto la soglia di povertà. Avevo promesso che avrei portato le pensioni minime a 780 euro al mese: con la legge sul reddito di cittadinanza, oltre al reddito di cittadinanza, dal 1 gennaio 2019 non ci sarà più nessun pensionato con la pensione inferiore a 780 euro al mese. Avere una pensione per sopravvivere un intero mese è un principio di civiltà“. E aggiunge: “Se c’è qualcuno che ha lavorato in nero, ha violato la legge e lo Stato ha funzionato male, ma non è che non possiamo alzare le pensioni alla maggioranza onesta perché qualcuno ha lavorato in nero. Altrimenti ogni volta che c’è un furbetto bisogna stare fermi. Questo l’ho preteso nel contratto di governo. Ieri qualcuno ha detto che così si rompe il sistema. No, stai rompendo qualche altra cosa”. Sui rapporti tra Salvini e Berlusconi, Di Maio osserva: “Non c’è nessuna novità sul fatto che loro fossero alleati, governano anche delle regioni. Per quello che mi riguarda, né Berlusconi rientra nei tetti della “pace fiscale”, né ci sono garanzie da dargli sulla Rai o sulle televisioni. Non ho mai ceduto a queste dinamiche, perché magari, sedendomi al tavolo con Berlusconi, oggi avrei fatto il presidente del Consiglio. Invece mi sono rifiutato di parlare con lui e con questo accordo di governo sono ancora più contento”