La più bella notizia degli ultimi giorni. Andrea Franzoso rientra dalla porta principale in Trenord, controllata di Ferrovie Nord Milano pariteticamente con il gruppo Fs. E’ stato infatti nominato consigliere di amministrazione di Trenord, in quota Fs. Franzoso è il whistleblower di Ferrovie Nord Milano, la holding che gestisce il fallimentare trasporto pubblico lombardo. Colui che nel 2015 denunciò le malefatte e gli sperperi all’interno di Fnm, sollevando il velo su anni di ruberie e malversazioni che hanno portato alle dimissioni del presidente Achille, poi arrestato e condannato per peculato e truffa, con l’accusa di aver usato i fondi della società per sé e la sua famiglia.
Questa coraggiosa storia non ha provocato solo un terremoto ai vertici dell’azienda lombarda, ma ha dato la spinta decisiva nella scorsa legislatura anche all’approvazione di una legge, clamorosamente assente nel nostro ordinamento, sul whistleblowing. Grazie a Franzoso oggi, per coloro che da dentro uffici pubblici o privati scoprono una malversazione (un abuso, un illecito o un episodio di corruzione) e la rivelano, ci sono tutele più forti, soprattutto per i dipendenti pubblici, insieme a garanzie per chi lavora in aziende private e partecipate.
Il Parlamento italiano ha deciso di integrare così le scarse protezioni contenute nella legge Severino, visto soprattutto il un grande bisogno di tutele in un Paese ad alta intensità “corruttiva”, dove i fenomeni mafiosi imperversano e causano poco sviluppo economico, dove le imprese per vincere gli appalti non devono essere competitive sul piano industriale (nei prodotti, nei costi, nei processi e nelle teconologie) ma su altri “piani”. Per dare ancor più risalto alle norme legislative,adesso toccherebbe al sindacato inserire nei contratti di lavoro la protezione dei lavoratori che segnalano attività illecite.
Dopo aver scoperchiato il vaso di pandora, adesso a Franzoso viene assegnato un compito arduo: rilanciare un’azienda al collasso da sette anni che ha fatto perdere dignità ai pendolari lombardi da quando è avvenuta la fusione tra Fnm e Fs (che si vuole mantenere). Con lui viene cambiato il consiglio di amministrazione e nominato un nuovo amministratore delegato con ampi poteri decisionali. Sarà un compito non facile visto che la politica tende sempre a dare mandati pieni ai manager delle controllate pubbliche che poi si infrangono davanti al primo scoglio che mette in discussione il “tran tran” consociativo.
Con una produttività inferiore del 20% rispetto ad altre aziende ferroviarie del vecchio continente, Trenord trasporta in tutta la Lombardia la metà dei passeggeri che vengono trasportati giornalmente nella sola area metropolitana di Monaco di Baviera (730mila pendolari al giorno). Oggi quest’azienda, che gestisce 4.400 ferrovieri, dice di essere in crisi anche a causa della carenza di personale tant’è che è alla ricerca spasmodica (di 20 sic!) ferrovieri, macchinisti e capi treno da farsi prestare da Trenitalia per uscire dall’emergenza. Centrali operative scoordinate tra loro, treni vecchi, pessima e costosa gestione del personale e della manutenzione dei mezzi, sono alla base di una crisi da cui si può uscire solo con il cambio di passo che hanno adottato in mezza Europa e cioè attraverso le gare per l’affidamento dei servizi ed abbandonando i vecchi e garantisti affidamenti diretti. Buon lavoro Andrea.