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Inge Feltrinelli morta, si è spenta a 87 anni l’ultima editrice “rivoluzionaria”

Soprannominata "The queen of publishing" - la regina dell'editoria - affiancò Giangiacomo Feltrinelli nella sua impresa culturale editoriale. E alla morte del fondatore della casa editrice, nel 1972, è stata lei a guidare l'impresa per poi consegnarla al figlio Carlo. Fotografa, diventò celebre per le fotografie scattate a Ernest Hemingway e Pablo Picasso

È morta Inge Feltrinelli, l’ultima editrice “rivoluzionaria”. Aveva 87 anni e per oltre 45 anni ha diretto la casa editrice omonima, autentico fermento cultural letterario della sinistra italiana. Nata nel 1930 a Gottinga da una famiglia della media borghesia tedesca, padre di origine ebrea che viene fatto fuggire dalla moglie in America, Inge Schonthal cresce con un “padrino” ufficiale della cavalleria nazista tedesca e una mamma intraprendente floricultrice.

Fin da adolescente freme per diventare fotografa e reporter, imbevuta comunque di un’idealità che la porterà a intervistare e fotografare per diverse riviste personalità progressiste della letteratura, del cinema, della politica, dell’industria. Conosce l’editore Axel Springer e comincia a raccontare la Spagna franchista del dopoguerra, poi finisce ospite nella casa newyorchese della pronipote del banchiere J.P.Morgan.

Risale al 1953 l’incontro con Ernest Hemingway. New York-Miami-L’Avana. Il racconto è agli annali della storia. Con l’autore de Il Vecchio e il mare che al bancone del bar immerso in un daiquiri getta per terra monete per i bambini disgraziati cubani. Inge indispettita lo rimproverò, ma poi nacque un’amicizia anche con la moglie di Hemingway. La fotoreporter, all’anagrafe ancora Schonthal, prosegue poi con l’incontro chez Picasso, nella villa vicino Cannes, travolto da un disordine memorabile. E poi ancora Simone de Beauvoir, Marc Chagall, John F. Kennedy, Elia Kazan, Sofia Loren, Anna Magnani. Celebre la foto di Greta Garbo che si soffia il naso all’incrocio con Madison Avenue di New York che la Feltrinelli ha sempre raccontato fosse frutto del caso.

Destino vuole che nel 1958 incontri Giangiacomo Feltrinelli che con la sua casa editrice milanese fondata nel 1954 aveva già dato alle stampe due classici immortali come Il dottor Zivago di Pasternak e Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Dolce, colto, un uomo che si mangia le unghie ad un party prestigioso. Inge viene corteggiata, riceve cartoline da quel comunista diventato tale per via dei custodi della villa di famiglia all’Argentario. Nel 1960 si sposano.

Poi c’è un altro celebre incontro. Quello con Fidel Castro. Ancora a L’Avana. E dalle memorie tramandate dalla Feltrinelli è ancora una delusione. L’idea è quella di ottenere i diritti per la sua biografia. La reprimenda sulle politiche contro gli omosessuali, i tiri a canestro sul balcone di Fidel, la coppia Inge-Giangiacomo conquista comunque l’icona della rivoluzione cubana.

Ma è in casa a Milano che Inge coltiva altre due rivoluzioni. La prima è quella a cui si prepara il marito. “Lui sapeva di Gladio e dei loro depositi di esplosivi. per difendersi da Gladio fondò i Gap, reclutando ex partigiani e giovani rivoluzionari. Temeva un golpe di destra; e non era una paura immaginaria”, ha spiegato la donna ad Aldo Cazzullo in una recente intervista. Il mondo si cambia coi libri ma non solo.

Giangiacomo Feltrinelli viene trovato morto il 14 marzo 1972 a Segrate, vicino a un traliccio dell’Enel, in uno degli “incidenti” insoluti del Dopoguerra italiano. Con il marito in clandestinità dal 1969, Inge è costretta a fare tutto da sola. Ma lo sa fare bene. E la casa editrice Feltrinelli diventa uno degli editori più influenti dell’industria letteraria italiana senza avere dietro grandi gruppi finanziari. “Furono giorni difficili”, spiegò Inge circondata da tanti collaboratori/editor che portarono la Feltrinelli ad allargare la propria rete di punti vendita in maniera innovativa e poi, negli anni Novanta, a rivincere il Premio Strega dopo quasi 35 anni, prima con Passaggio in ombra della Di Lascia, poi ancora Starnone e Maggiani. In un’intervista del 2015 dichiarò: “Non siamo più una casa editrice politicizzata come un tempo, perché il contesto è cambiato. Ma restiamo radicali”. Se ci fosse un’epigrafe per ricordarla suonerebbe pressappoco così: di quei ricchi signori di sinistra, non infastiditi dalle trasformazioni sociali ed economiche, che oggi non nascono più.

Cordoglio è stato espresso dalle più alte cariche dello Stato, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e da quello della Camera Roberto Fico. “La notizia della morte di Inge Feltrinelli – scrive in una nota il Quirinale – è motivo di tristezza per tutti coloro che ricordano il suo importante contributo nell’editoria italiana e internazionale e l’impronta che vi ha impresso. Desidero far pervenire al figlio Carlo e ai collaboratori il mio cordoglio e manifestar loro la mia vicinanza, sicuro che sapranno continuare l’impegno culturale al quale Inge Feltrinelli ha dedicato la sua esistenza”.