Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha scelto un imputato per truffa nel nuovo consiglio d’amministrazione delle Ferrovie Appulo Lucane. Un’altra nomina contestata, dopo quelle dei membri della Commissione ministeriale sul crollo del Ponte Morandi e di Gaetano Intrieri, condannato con sentenza definitiva per bancarotta, nella Struttura di missione per l’analisi costi-benefici delle Grandi opere. Questa volta, però, il passo indietro è stato immediato. E, come spiega una nota del Mit, “l’incarico non è stato accettato”.
L’avvocato Francesco Cavallo ha infatti deciso di dimettersi poche ore dopo essere stato nominato nel cda, in seguito alle contestazioni mosse dal Partito Democratico. Attualmente, il legale leccese – vicino agli ambienti della Lega, secondo quanto si apprende – è sotto processo per truffa a Lecce e su di lui pende anche la richiesta della Corte dei Conti di risarcire 51mila euro, ritenuti il frutto appunto della presunta truffa.
La vicenda giudiziaria che coinvolge l’avvocato è quella relativa alla truffa che, secondo l’accusa, l’Associazione antiracket Salento avrebbe orchestrato per ottenere un finanziamento da 2 milioni di euro destinato alle vittime del racket e dell’usura, assegnato dall’Ufficio del Commissario straordinario antiracket istituito presso il ministero dell’Interno e indebitamente percepito dal 2012.
Stando alla ricostruzione del pubblico ministero, Cavallo era “fittiziamente incaricato – si legge nell’ordinanza di custodia cautelare del maggio 2017 che portò agli arresti di quattro persone – dell’assistenza legale presso lo sportello di Brindisi” dell’Associazione. A partire dal maggio 2012 e fino all’aprile 2015 avrebbe percepito 1.500 euro al mese per quell’incarico che in realtà non aveva quasi svolto. A fronte di sei accessi mensili stabiliti dal contratto e di report che avrebbe dovuto predisporre, secondo gli accertamenti degli inquirenti, l’avvocato aveva “effettuato nel corso di tutta la durata dell’incarico non più di un paio di accessi” allo sportello.
Nel frattempo, però, percepiva il compenso e la presidentessa dell’associazione Maria Antonietta Gualtieri compilava (e Cavallo sottoscriveva) i report “attestanti falsamente lo svolgimento dell’attività di collaborazione”. Il loro comportamento, sempre secondo l’accusa, “induceva in errore” l’Ufficio del Commissario straordinario di Governo nel rimborsare le spese “sulla base delle attestazioni presente, unitamente a n. 33 fatture per operazioni inesistenti” emesse dall’avvocato che si procurava così un “ingiusto profitto” di 51mila euro, rimborsati dal ministero dell’Economia all’associazione Antiracket.
Cavallo è ora sotto processo a Lecce, avendo scelto il rito ordinario come altri 23 imputati. Lo scorso novembre, delle 40 persone finite sotto inchiesta, in 8 avevano scelto il patteggiamento davanti al gup Alcide Maritati e in tre il rito abbreviato. “L’avvocato Francesco Cavallo ha comunicato la decisione di non accettare l’incarico nel Cda delle Ferrovie Appulo Lucane, per una questione di opportunità. Cavallo, dunque, non è effettivamente mai entrato a far parte del Cda delle Ferrovie Appulo Lucane”, scrive il Mit in una nota.
E riguardo alle polemiche circa la vicinanza al M5s del nuovo presidente delle Ferrovie Appulo Lucane, Rosario Almiento, anche presidente della Società Trasporti Pubblici di Brindisi, il Mit spiega che “il nuovo presidente che avrà l’incarico di guidare il rilancio della società è una personalità che pur avendo già ottenuto la fiducia delle istituzioni territoriali per le sue capacità, non è riferibile a nessuna area politica“.