“Legge di bilancio e promesse del governo Conte? Io confido nel fatto che Giovanni Tria, quando ha accettato il suo incarico in un governo che aveva già pubblicato il contratto, abbia letto il programma concordato e quindi responsabilmente abbia deciso di fare il ministro dell’Economia”. Così a Otto e Mezzo (La7) il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta la posizione granitica del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che ha ribadito la sua non disponibilità a far salire il rapporto deficit-Pil oltre la soglia dell’1,6%. “Spero che Tria ritenesse che almeno un inizio delle clausole incluse nel contratto si sarebbe potuto realizzare” – spiega Travaglio – “Sarebbe un irresponsabile ad avere accettato di fare il ministro dell’Economia, se pensasse che nessuno dei punti qualificanti di quel programma sia realizzabile. Il tetto dell’1,6%? Non esiste. La soglia imposta da Maastricht, peraltro risalente al 1992 o prima, è quello del 3%”. E puntualizza: “Se per l’Italia si è ridotto all’1,6%, è perché nel 2011 il governo Berlusconi lasciò 20 miliardi di buco. Quindi, iniziò il gioco delle clausole di salvaguardia, che esplose ai tempi di Renzi, per cui si decise che l’anno dopo, se non si fosse riuscito a rimarginare la ferita, sarebbe scattata una serie di aumenti. E quindi siamo arrivati al redde rationem: questo governo deve pagare quello che gli altri hanno lasciato in eredità (e la Lega c’era già nel 2011)”. Il direttore del Fatto continua: “Ai mercati se si fa l’1,6 o il 2,2 cambia poco, l’importante è che si veda qualcosa che metta in tasca alla gente dei soldi da spendere per far girare un po’ l’economia. Se si fanno dei bonus a cavolo, non serve a niente, ma se invece si fanno delle misure strutturali, è diverso. Un esempio è il reddito di cittadinanza”. Poi si rivolge al giornalista del Corriere della Sera, Beppe Severgnini, ospite in studio: “Mi meraviglia lo scetticismo di Severgnini, che ha girato il mondo.Qualsiasi Paese europeo ce l’ha, anche se ognuno lo chiama a modo suo. Siamo l’unico Paese che non ce l’ha e non riesco a capire per quale motivo sia scandaloso. Tutto dipenderà dalla concretezza e dalle prospettive delle cose che metteranno dentro la legge finanziaria. Se Tria fa il resistente sul’1,6%, è perché ha già messo in conto che il 2,2% o il 2,3% verrà per forza toccato”