“Più ritardiamo e più andremo tutti in difficoltà. I contributi volontari non sono l’obiettivo a cui miriamo”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, manda il suo messaggio all’Europa durante la conferenza stampa a margine del Consiglio europeo di Salisburgo. Dalle parole del premier italiano, si capisce che nessun determinante passo avanti è stato compiuto in tema di politiche migratorie, con l’Italia che chiede una rapida e condivisa revisione degli accordi di Dublino e alcuni Paesi europei che, invece, propongono al massimo ulteriori finanziamenti per l’accoglienza. “Fermarsi sulle contribuzioni volontarie non è un obiettivo a cui miriamo – ha risposto Conte – Se arriveremo a questo, al termine del confronto lo valuteremo. Ma il contributo finanziario immiserisce la prospettiva a cui stiamo lavorando. Dovremmo pensare a meccanismi incentivanti e disincentivanti. Non è l’idea di solidarietà a cui stiamo lavorando”.

Punto di vista sostenuto anche dal primo ministro del Lussemburgo, Xavier Bettel, che in mattinata, arrivato al vertice austriaco, ha dichiarato che “parlare del prezzo di un migrante, è una vergogna per tutti. Non parliamo di mercati, non parliamo di tappeti o di merci. Parliamo di essere umani”. Posizione assunta formalmente anche dal cancelliere tedesco, Angela Merkel, che sul tema della cosiddetta “solidarietà flessibile” ha detto di non volersi esprimere in maniera definitiva perché “non sono del tutto contenta del concetto. Serve un’onesta redistribuzione dei migranti nell’Ue e non si può in alcun caso permettere a qualcuno di fare quello che vuole”.

Solo dopo aver raggiunto accordi condivisi in materia di redistribuzione, l’Italia sarà pronta ad affrontare il tema dei trasferimenti secondari, ha promesso Conte: “Nell’ambito di una strategia sull’immigrazione, c’è il problema dei movimenti secondari. Sono stato io stesso a rivolgermi alla Merkel. Ieri, nel corso della cena, le ho detto ‘nell’ambito di questo progetto, quando sarà sistemato tutto, ci sono i movimenti secondari’. Posso dare la mia parola che l’Italia, quando saremo arrivati a un meccanismo condiviso, riprenderà sino all’ultimo migrante sotto la sua giurisdizione che dovesse riuscire a valicare i confini in modo irregolare”.

Durante la conferenza stampa, Conte ha continuato a insistere sul fatto che la questione migratoria è un problema europeo e non solo italiano, spagnolo o greco. Per ribadire il concetto, rispolvera il caso della nave Diciotti: “Il caso Diciotti ci vede tutti perdenti – ha detto – Se l’Europa vuole esprimere una politica in materia di immigrazione, vuol dire che mette a punto una strategia, rivede il regolamento di Dublino e quanto prima persegue nuovi meccanismi di gestione collettiva nel segno della solidarietà”. Per l’Italia, come aveva già anticipato al suo arrivo, “è importante che ci sia un’ampia partecipazione alla redistribuzione dei migranti. Serve un meccanismo di gestione europeo“.

Il passaggio fondamentale è il superamento degli accordi di Dublino con una loro revisione. Una priorità sottolineata, in mattinata, anche dal Presidente francese, Emmanuel Macron, che vorrebbe arrivare a un accordo prima delle elezioni europee di maggio 2019: “È possibile arrivare a una riforma del regolamento di Dublino prima delle elezioni europee – ha dichiarato il capo dell’Eliseo – La Francia farà ogni sforzo per accompagnare questa ambizione”.

Alla maggioranza dei Paesi europei, però, ciò che preme maggiormente per poter allentare la pressione dell’Italia sul resto dell’Unione è il controllo delle frontiere esterne. Proprio in questo senso, il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha dichiarato che è importante “rafforzare il nostro confine esterno, come pure la cooperazione con i Paesi terzi. Insieme al Cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, abbiamo avviato un dialogo con il Presidente egiziano e oggi abbiamo il sostegno del Consiglio Europeo per questo dialogo e per altri similari”. Poi Tusk ha continuato anticipando il suo incontro con Capo di Stato del Cairo:”Incontrerò il presidente Abdel Fattah Al-Sisi domenica per andare avanti – ha detto – e nelle prossime settimane avremo contatti con altri Paesi africani. Abbiamo anche concordato di organizzare un summit con la Lega Araba nel prossimo febbraio, in Egitto“. “C’è la determinazione – ha poi concluso – a portare avanti in via prioritaria la proposta della Commissione riguardante il rafforzamento della Guardia di Frontiera e Costiera Europea. È anche chiaro che ci sono problemi che riguardano la sovranità e la dimensione di Frontex, che dovranno essere ulteriormente discussi”.

Proprio su questo tema, Angela Merkel si è detta favorevole all’idea portata avanti dal Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Jucnker, di rafforzare Frontex per aumentare i pattugliamenti nelle acque del Mediterraneo e controllare maggiormente i flussi. “Abbiamo dato un parere positivo sulla proposta Juncker per un aumento di Frontex”, ha dichiarato il Cancelliere. Risposta negativa, invece, da parte di Conte: “La posizione dell’Italia sul progetto Frontex è che sicuramente può avere un ruolo, ma potenziare Frontex fino a diecimila uomini fa anche sorgere problemi circa l’utilità di un tale investimento – ha affermato il Presidente del Consiglio – Preferirei che tutti questi soldi fossero destinati all’Africa. C’è anche un problema politico, è chiaro che un simile dispiegamento di uomini pone un tema di sovranità”. La risposta di Macron, anche lui favorevole a un rafforzamento di Frontex, a Conte arriva a distanza: sul tema migratorio c’è anche “una questione politica da affrontare” che è “il tema della sensibilità italiana e degli arrivi dalla Libia. È una questione politica perché i flussi sono diminuiti fortemente nei mesi scorsi”. Punto di vista ben più netto è quello espresso in mattinata dal Primo Ministro ungherese, Viktor Orbán: “Come si risolve il problema dei migranti? Non li si fa più entrare e chi è qui lo si rimanda a casa, è molto semplice”, ha detto.

Conte ha però introdotto il terzo e ultimo fronte da tenere in considerazione sulla questione migranti: il piano di sviluppo dei Paesi d’origine. “L’Ue ritiene di aver risolto il problema dei flussi migratori sul versante orientale stanziando somme ragguardevoli – ha continuato Conte, riferendosi all’accordo con la Turchia per l’accoglienza dei migranti che seguivano la cosiddetta rotta balcanica – Ma è impensabile destinare somme molto più modeste ai Paesi dell’Africa”. Per Angela Merkel, l’accordo con la Turchia dovrebbe essere preso come modello per future intese con i Paesi nordafricani che dovrebbero, così, bloccare le partenze via mare.

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