La violenza, secondo i pm, sarebbe avvenuto una notte in cui il ragazzino dormì in parrocchia. La Procura aveva chiesto 10 anni e 8 mesi. L'ex parroco di Rozzano ha già risarcito la famiglia con 100mila euro. L'arcidiocesi di Milano: "Vicinanza al giovane, il processo canonico va avanti". La madre della vittima: "Il Papa parla di rimozione dei sacerdoti: agisca di conseguenza"
Sei anni e quattro mesi di carcere e il divieto di avere contatti con minorenni, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. È la sentenza dalla quinta sezione penale del tribunale di Milano nei confronti di don Mauro Galli, l’ex parroco di Rozzano accusato di aver abusato sessualmente di un ragazzino che all’epoca dei fatti, nel dicembre del 2011, aveva 15 anni. Il pubblico ministero, Lucia Minutella, aveva chiesto una condanna a 10 anni e 8 mesi. I familiari del ragazzo non si erano costituiti parte civile nel processo, dopo che l’imputato aveva versato loro 100mila euro fuori dal processo. La difesa ha annunciato che ricorrerà in appello. “Questa – sottolinea Francesco Zanardi, fondatore di “Rete l’abuso” – E’ una delle condanne più alte in italia per questo reato, che segna un cambio di passo da parte della Prucura di Milano su questo tema. Come sottolineato dal Pm, il risarcimento alla famiglia (150mila euro, ndr) è irrisorio, tanto da non essere nemmeno sufficiente per considerarlo come attenuante”. L’Arcidiocesi di Milano, in una nota, prende atto della sentenza ed “esprime vicinanza al ragazzo coinvolto, alla sua famiglia e a tutti coloro che hanno ingiustamente sofferto”. “Mentre la giustizia penale fa il suo corso – conclude la nota -, l’Arcidiocesi resta in attesa dell’esito del processo canonico a carico di don Mauro Galli, affidato alla responsabilità del Tribunale Ecclesiastico“.
“Le sofferenze del ragazzo e dei suoi familiari – ha sottolineato il pubblico ministero nella requisitoria – non possono essere ripagate con una somma in denaro, al di là dell’importo”. Anzi, secondo Minutella vi è “una discrasia evidente nella difesa dell’imputato data dall’avere risarcito un danno che si ritiene di non avere cagionato”. Il ragazzo, presente in tribunale e oggi 22enne, è scoppiato in lacrime al momento della sentenza. “È stato un percorso doloroso e un dramma infinito, ma che oggi sia stata riconosciuta la credibilità di mio figlio è stata la cosa più grande – ha spiegato la madre del ragazzo – Il Papa ha parlato di rimozione dei sacerdoti che insabbiano gli scandali. Ora agisca di conseguenza”.
All’epoca dei fatti, il parroco aveva convinto i familiari del ragazzino a lasciarlo dormire nei locali della parrocchia, aggiungendo che insieme a lui ci sarebbero stati anche altri coetanei. I coetanei, in effetti, erano presenti, ma nessuno di loro rimase a dormire in parrocchia. Così, don Mauro ne approfittò per invitare il ragazzino a dormire nel letto insieme a lui.
Un giorno dopo, la madre del ragazzo riceve una chiamata da scuola: suo figlio sta male. Quando la donna arriva lo trova in stato di choc: il ragazzo non parla e ha lo sguardo perso nel vuoto. Poi la confessione: “Mamma, stanotte è successo quello che puoi immaginare”. Parole che il 15enne ripete anche ai Carabinieri: “Sono stato abusato da un prete – dirà – Di notte, mentre lui credeva che io dormissi, mi ha lentamente tolto i pantaloni del pigiama e le mutande. È andato avanti per almeno due ore”. Lo choc fu talmente grande che il ragazzo, tempo dopo, tentò il suicidio.
Durante la scorsa udienza, nel corso del suo interrogatorio, don Galli si era difeso sostenendo di non avere mai “abbracciato” né “toccato” la presunta vittima, ma di aver solo dormito nello stesso letto.
di Andrea Cattaneo e Ersilio Mattioni