“Sono costernato”. Così Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia, in un’intervista al Corriere della Sera in merito alla condanna in appello a sette anni e mezzo per corruzione per il caso Maugeri. Il Tribunale ha disposto anche la confisca dei beni per un valore di 6i milioni e mezzo di euro e il blocco della pensione. Il Celeste, a domanda diretta del giornalista, sostiene di aver fatto “le vacanze da un amico” e di avere da parte “2mila euro”, dichiarando poi di aver fatto ricorso per il blocco della pensione perché “era la mia unica fonte di sostentamento, non ho il vitalizio”. I giudici hanno anche dichiarato per l’ex senatore l’interdizione “in perpetuo dai pubblici uffici”– che diventerà definitiva in caso di conferma della condanna in Cassazione – per cui Formigoni ha dichiarato di essere “condannato al rogo e alla damnatio memoriae“.
Una pena più dura in appello – – caduta, invece, l’accusa di associazione a delinquere – rispetto a quella nel processo di primo grado, dove i giudici avevano stabilito una condanna a 6 anni di reclusione. Secondo l’accusa Formigoni ha ricevuto una serie di utilità, tra cui l’uso di yacht, vacanze e cene, per favorire la Fondazione Maugeri e il San Raffaele – tramite l’imprenditore Pierluigi Daccò – e con delibere di giunta per circa 200 milioni di rimborsi pubblici. Al Corriere, l’ex governatore lombardo sostiene che “si sono inventati il concetto di utilità” dal momento che “nei paradisi fiscali” non hanno trovato “un solo euro riconducibile a Formigoni”. Quella che l’accusa ha chiamato utilità, per l’ex rappresentante del centrodestra è solo “uno scambio amicale”: “Daccò da 30 anni organizzava vacanze con gli amici e per due anni ha invitato anche me”. Il fatto che un rappresentante di una istituzione sia ospitato in a carico di un amico è vista da Formigoni come “inopportunità“: “I tribunali devono condannare per i reati commessi, non per eventuali inopportunità”. “Se hai un amico facoltoso che per il compleanno ti regala un orologio, tu rispondi con una cravatta – ha continuato Formigoni – Funziona così tra amici”.
Oltre ai sette anni e mezzo di reclusione, i giudici hanno disposto anche la confisca di beni per un valore di sei milioni e mezzo di euro e il blocco della pensione. I magistrati, in particolare, hanno calcolato il danno erariale in relazione alle somme “retrocesse” a favore dei “partecipanti al sistema illecito”, tra cui Formigoni, e su un “complessivo finanziamento regionale” alla Maugeri, tra il 1998 e il 2010, di oltre 73 milioni di euro. Cifra però da cui è stata sottratta la somma di 14 milioni di euro già risarciti dalla Fondazione Maugeri alla Regione: il danno finale è di circa 60 milioni.
Giustizia & Impunità
Caso Maugeri, Roberto Formigoni dopo la condanna e il blocco della pensione: “Ho solo 2mila euro, era mio sostentamento”
L'ex presidente della Regione Lombardia sostiene in un'intervista al Corriere della Sera di aver fatto "le vacanze da un amico" e di avere da parte "2mila euro", e di aver fatto ricorso per il blocco della pensione disposto dal tribunale perché "unica fonte di sostentamento. Non ho il vitalizio"
“Sono costernato”. Così Roberto Formigoni, ex presidente della Regione Lombardia, in un’intervista al Corriere della Sera in merito alla condanna in appello a sette anni e mezzo per corruzione per il caso Maugeri. Il Tribunale ha disposto anche la confisca dei beni per un valore di 6i milioni e mezzo di euro e il blocco della pensione. Il Celeste, a domanda diretta del giornalista, sostiene di aver fatto “le vacanze da un amico” e di avere da parte “2mila euro”, dichiarando poi di aver fatto ricorso per il blocco della pensione perché “era la mia unica fonte di sostentamento, non ho il vitalizio”. I giudici hanno anche dichiarato per l’ex senatore l’interdizione “in perpetuo dai pubblici uffici”– che diventerà definitiva in caso di conferma della condanna in Cassazione – per cui Formigoni ha dichiarato di essere “condannato al rogo e alla damnatio memoriae“.
Una pena più dura in appello – – caduta, invece, l’accusa di associazione a delinquere – rispetto a quella nel processo di primo grado, dove i giudici avevano stabilito una condanna a 6 anni di reclusione. Secondo l’accusa Formigoni ha ricevuto una serie di utilità, tra cui l’uso di yacht, vacanze e cene, per favorire la Fondazione Maugeri e il San Raffaele – tramite l’imprenditore Pierluigi Daccò – e con delibere di giunta per circa 200 milioni di rimborsi pubblici. Al Corriere, l’ex governatore lombardo sostiene che “si sono inventati il concetto di utilità” dal momento che “nei paradisi fiscali” non hanno trovato “un solo euro riconducibile a Formigoni”. Quella che l’accusa ha chiamato utilità, per l’ex rappresentante del centrodestra è solo “uno scambio amicale”: “Daccò da 30 anni organizzava vacanze con gli amici e per due anni ha invitato anche me”. Il fatto che un rappresentante di una istituzione sia ospitato in a carico di un amico è vista da Formigoni come “inopportunità“: “I tribunali devono condannare per i reati commessi, non per eventuali inopportunità”. “Se hai un amico facoltoso che per il compleanno ti regala un orologio, tu rispondi con una cravatta – ha continuato Formigoni – Funziona così tra amici”.
Oltre ai sette anni e mezzo di reclusione, i giudici hanno disposto anche la confisca di beni per un valore di sei milioni e mezzo di euro e il blocco della pensione. I magistrati, in particolare, hanno calcolato il danno erariale in relazione alle somme “retrocesse” a favore dei “partecipanti al sistema illecito”, tra cui Formigoni, e su un “complessivo finanziamento regionale” alla Maugeri, tra il 1998 e il 2010, di oltre 73 milioni di euro. Cifra però da cui è stata sottratta la somma di 14 milioni di euro già risarciti dalla Fondazione Maugeri alla Regione: il danno finale è di circa 60 milioni.
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(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.