Luigi Di Maio corregge Tria sul reddito di cittadinanza e manda segnali anche a Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, dopo il vertice di giovedì del centrodestra a Palazzo Grazioli. Dopo la spiegazione fornita giovedì durante il question time al Senato, in cui il ministro dell’Economia ha ribadito che il reddito di cittadinanza sarà rivolto anche ai cittadini stranieri presenti regolarmente sul nostro territorio, il vicepremier e ministro del Lavoro ha ribattuto, durante un’intervista a Radio Anch’io su Radio 1, che il provvedimento sarà rivoltò solo ai cittadini italiani. Poi punzecchia il leader di Forza Italia: “Ho sentito dire (dopo il vertice tra Lega, Fi e Fdi, ndr) che si applicherà il programma di governo del centrodestra. Ma nel nostro contratto di governo c’è la legge anticorruzione, il taglio dei vitalizi e delle pensioni d’oro. Tutte cose che hanno fatto venire un coccolone a Berlusconi”. Una reazione forte che porta Giorgio Mulè (Fi) a dire che “la verità è che, messo all’angolo dalla realtà, Di Maio straparla”.
Il clima torna a farsi teso nell’esecutivo, dopo la frecciata lanciata dal leader M5S dalla Cina, pochi giorni fa: “Nessuno ha chiesto le dimissioni del ministro Tria – aveva assicurato -, ma pretendo che il ministro dell’Economia di un governo del cambiamento trovi i soldi per gli italiani che momentaneamente sono in grande difficoltà. Gli italiani in difficoltà non possono più aspettare, lo Stato non li può più lasciare soli e un ministro serio i soldi li deve trovare”. Parole che erano suonate come un ordine al titolare dell’Economia che oggi torna a essere smentito proprio dal vicepremier: “Abbiamo corretto la proposta di legge anni fa – ha detto – È singolare che torni in auge una proposta di legge che non prevedeva ancora la platea (per l’assegnazione del reddito). Ma è chiaro che è impossibile, con i flussi migratori irregolari, non restringere la platea e assegnare il reddito di cittadinanza ai cittadini italiani”.
Parole che fanno esultare l’altro vicepremier che parla di “precisazione che accogliamo con grande piacere“. Già nella serata di giovedì era stata anticipata la precisazione da parte dei membri del governo: il ministro dell’Economia si riferiva a una proposta di legge del Movimento di anni fa, poi corretta nell’ultima versione. Un’esclusione che non trova d’accordo il presidente del Cnel ed ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu: “Inaccettabile, secondo il diritto europeo, che una prestazione assistenziale come il reddito di cittadinanza possa essere data solo agli italiani”. Treu spiega che la Corte europea di giustizia si è pronunciata più volte su prestazioni simili ribadendo l’estensione anche agli stranieri con permesso di lungo soggiorno.
Il vicepresidente del Consiglio è poi intervenuto anche sulla possibilità di sforamento del deficit: “Il tema non è di quanto sforare – ha continuato durante la sua intervista radio – ma quante risorse ci servono per migliorare la qualità della vita degli italiani, per mandare in pensione e assumere giovani, per dare un reddito di cittadinanza, meno tasse con la flat tax” alle imprese. “È in base a questo – ha continuato – che calibriamo il deficit e la spending review. La maggior parte delle risorse arriverà dai tagli agli sprechi, se andranno a regime tra un anno e mezzo facciamo un po’ di deficit, tanto l’economia crescerà e poi rientriamo, lo hanno fatto tutti i Paesi che oggi stanno crescendo. Il ministro Tria dice che l’1.6% non si supera? Credo che in questi giorni si stia giocando per dare una narrazione che il governo è nel caos ma noi, invece, lavoriamo ogni giorno per una legge di bilancio che metta al centro gli italiani e non le banche e le lobby”.
Incalzato dai giornalisti sulla possibile “rinascita del centrodestra”, il vicepremier non si dice preoccupato, visto che “noi con la Lega alle elezione regionali non ci vogliamo andare e neanche alle politiche e alle europee. Poi però è chiaro – ha aggiunto – che due partiti come Forza Italia e Fratelli d’Italia, che insieme non fanno il 10%, vogliano stare con Salvini. A me ricorda un po’ la moglie che torna dal marito anche se il marito continua a tradirla”.
“Messo all’angolo dalla realtà che obbliga i 5Stelle a prendere atto della irrealtà delle loro proposte lunari, il vicepremier si rifugia come al solito nella caverna della propaganda. E da lì immagina malesseri (un “coccolone”) del presidente Silvio Berlusconi per alcune iniziative dell’esecutivo”, dice il deputato forzista Mulè in una nota. “La verità è che Di Maio è da tempo politicamente affetto da un terribile fuoco di Sant’Antonio: questa patologia lo porta a straparlare in modo sempre più disordinato – afferma il portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato – basti pensare all’improvvisata uscita sulle chiusure domenicali. Va compreso: guarirà, grazie alle iniezioni di capacità del centrodestra e di Forza Italia che presto torneranno alla guida del Paese”.