Marcello Foa sembra un po’ più vicino alla presidenza della Rai. Il consiglio d’amministrazione della tv pubblica ha infatti votato a maggioranza la nomina del giornalista e manager dopo la bocciatura del primo agosto, quando la commissione parlamentare di Vigilanza aveva respinto l’indicazione del cda per effetto dei voti di tutte le opposizioni parlamentari. Ora però il quadro appare molto modificato, soprattutto per via dei due incontri nel giro di una settimana (il primo ad Arcore, il secondo a Palazzo Grazioli) tra il segretario della Lega Matteo Salvini e il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi. Martedì, infatti, l’indicazione di Foa come presidente da parte del cda della Rai sarà sottoposta di nuovo – dopo un’audizione dello stesso presidente in pectore – al voto della Vigilanza. A questo giro Forza Italia potrebbe non seguire le altre minoranze come avvenuto nel voto di agosto e dare il via libera a Foa, garantendo così la maggioranza qualificata dei due terzi (27 parlamentari su 40) necessaria per la ratifica della nomina. Un passaggio che – evidentemente dopo i faccia a faccia con Berlusconi – il capo del Carroccio non teme più: “Io non temo niente – dice – Penso che (Foa, ndr) sia una persona che insieme ad altre potrà fare tanto per il servizio pubblico”. “Sono contento” della scelta del cda, continua Salvini, “e non vedo l’ora che tutti lavorino al 100 per cento. Presentiamo persone di spessore, non amici degli amici. La Rai deve tornare a correre“.

Il centrosinistra: “La maggioranza si allarga a Berlusconi”
Il (probabile) patto Lega-Forza Italia suscita la reazione dell’altra minoranza, quella del Pd. “Ormai i vertici 5 Stelle sono al servizio del patto Salvini/Berlusconi . scrive il segretario Maurizio Martina su Twitter – Dalla Rai, ai condoni per gli evasori, alle elezioni amministrative, di decide tutto ad Arcore #ritorni”. Ironico il vicepresidente della Camera Ettore Rosato: “Mi sembrano molto più compatti. Adesso hanno anche un nuovo partner di maggioranza che è Berlusconi, che con l’accordo sulla Rai ha fatto un passo ulteriore nel solidificare e rafforzare questo governo”. “La maggioranza gialloverdeazzurra da oggi si allarga, noi costruiamo l’alternativa” twitta Benedetto Della Vedova, di PiùEuropa. “Foa che ad agosto non andava bene come presidente della Rai – sottolinea il capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro – miracolosamente un mese e mezzo dopo diventerà il candidato anche di Forza Italia. Sulle nomine, infatti, si appalesa sempre la seconda maggioranza (M5S-centrodestra unito) con buona pace dei proclami di Di Maio sul fatto che loro mai con Berlusconi. Foa 2 è la vendetta di Arcore e la fine dell’innocenza dei Cinquestelle”.

Una risposta, anche se non sul piano politico, arriva dal capogruppo dei Cinquestelle in commissione di Vigilanza Rai, Gianluigi Paragone: “Il Pd, artefice del Patto del Nazareno, fa le pulci sul voto del Cda della Rai – dichiara Paragone – Capiamo che a loro il profilo di Foa non piaccia, ma a un certo punto dovrebbero farsene una ragione. Il cda della Rai si è espresso liberamente, sfidando tutte le loro minacce. Dopo anni di lottizzazioni e una legge becera fatta nella speranza di perpetuarle evidentemente proprio non va giù che qualcuno possa agire diversamente. Vogliamo una Rai libera e per questo ci batteremo”.

Per Foa 4 voti. La consigliera Borioni: “Illegittimo”
Foa ha ottenuto 4 voti favorevoli: hanno votato sì l’amministratore delegato Fabrizio Salini e i consiglieri Beatrice Coletti (eletta in quota M5s), Igor De Biasio (quota Lega) e Gianpaolo Rossi (quota Fratelli d’Italia). Rita Borioni (eletta in quota Pd) ha votato contro, mentre Riccardo Laganà – il consigliere eletto dall’assemblea dei dipendenti della Rai – si è astenuto. Foa, invece, non ha partecipato alla votazione. Uno “scrutinio” identico a quello del 31 luglio. La nomina di Foa è arrivata “anche a seguito dell’atto di indirizzo della commissione di Vigilanza Rai” spiega una nota ufficiale di Viale Mazzini. Due giorni fa, infatti, la bicamerale aveva approvato una risoluzione che invitava il cda a indicare un nome tra i propri componenti, senza alcuna limitazione: una formulazione studiata per riaprire le porte della presidenza a Foa, con l’impegno a chiederne l’audizione in commissione prima del via libera definitivo. Ma per la consigliera Borioni la nomina è “illegittima“: “Mi riservo qualsiasi azione a tutela dell’azienda stessa. La Rai non dovrebbe forzare regole e procedure consolidate per sottostare ai diktat di alcune fazioni politiche”.

Fnsi e Usigrai: “Nomina sull’altare del conflitto d’interessi”
Una tesi accolta dalla Federazione della Stampa (il sindacato dei giornalisti) e dall’Usigrai, il sindacato interno all’azienda di viale Mazzini. “Il cda della Rai – scrivono le due organizzazioni in una nota congiunta – ha eseguito ancora una volta gli ordini arrivati da fuori. Prima ha accettato l’illegittimo diktat governativo, poi ha piegato gli interessi aziendali lasciando l’azienda in stallo per oltre un mese e mezzo, e infine – come nel gioco dell’oca – è tornato al punto di partenza nominando la persona prescelta dal governo e ora santificata sull’altare del conflitto di interessi“. Ancora una volta, concludono Fnsi e Uisgrai, “dopo le promesse di una Rai libera e autonoma dai partiti ci troviamo di fronte a una Rai con vertici scelti dal governo, in alleanza con il partito del conflitto di interessi”.

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