Una road map di un anno per trasformare Roma e il suo hinterland in una “Greater Rome”, con competenze e fondi da amministrare in totale autonomia. Con due differenti cabine di regia: una di “ingegneria istituzionale” e l’altro di “architettura amministrativa”. L’incontro di stamane fra la sindaca Virginia Raggi e il premier Giuseppe Conte ha tracciato i punti cardine della legge speciale per Roma, vertice arrivato al termine del tour portato avanti dall’inquilina del Campidoglio con tutti i membri del Governo. L’obiettivo è arrivare fra 12 mesi ad un testo da portare in Parlamento che, eventualmente, possa prevedere anche la nuova modifica del Titolo V della Costituzione. E’ per questo che le cabine di regia vedranno da un lato la presenza rispettivamente di saggi costituzionalisti, in grado di mettere mano ai decreti attuativi della riforma di Roma Capitale già approvata nel 2009, e dall’altro il coinvolgimento di tutte le forze politiche parlamentari, così da favorire una più veloce condivisione e approvazione.

I POTERI E IL BILANCIO “RICCO” – “Non soldi, bensì competenze”, continuano a ripetere dal Campidoglio e, ora, anche da Palazzo Chigi. E il mood non sembra essere cambiato. Anche stavolta non si è parlato di fondi extra, bensì dell’autonomia con la quale utilizzare quelli che già ci sono. Diventando una sorta di “città Stato” – espressione eccessiva non trovandoci in un regime federale al 100 per cento – Roma potrebbe gestire direttamente i fondi assegnati per trasporti, rifiuti, politiche sociali e abitative, lavori pubblici e grandi opere, senza passare (come avviene ora) dalla Regione Lazio, alla quale resterebbe in capo – forse – soltanto la sanità.

Questo porterebbe il Campidoglio a dimezzare le attese e a porre fine a eterni contenziosi con gli enti della filiera istituzionale – si pensi soltanto alla ripartizione Metrebus fra Cotral, Atac e Trenitalia – ma anche a gestire un bilancio ben più ricco, aumentando il peso specifico dei consiglieri comunali che potrebbero essere equiparati ai consiglieri regionali (anche a livello di retribuzione). E’ anche per questo che al tavolo di “architettura amministrativa” sarà coinvolto anche l’attuale governatore del Lazio (e aspirante segretario del Pd), Nicola Zingaretti. Attraverso questo sistema, Roma potrebbe arrivare a gestire direttamente circa 2 miliardi di euro in più l’anno.

LA “FABBRICA DI ROMA” – Se le idee sui poteri speciali per Roma sembrano essere abbastanza chiare, maggiori dubbi nascono parlando del progetto della “fabbrica di Roma”, che nelle intenzioni del duo Conte-Raggi dovrebbe andare a sostituire il “tavolo per Roma” cominciato dall’ex ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda. In questo caso, la denominazione diversa dovrebbe dare l’idea di una maggiore dinamicità dei lavori, con un coinvolgimento “dal basso” delle parti sociali e delle categorie produttive: si punta soprattutto sull’unità d’intenti e sulla vicinanza politica fra Raggi e l’attuale vicepremier, Luigi Di Maio.

EMERGENZA ABITATIVA – Se le contraddizioni sui fondi alle periferie sono da un pezzo all’attenzione del Consiglio dei ministri, diversa è la vicenda dell’emergenza abitativa, su cui finora si è risposto solo con la forza. Virginia Raggi ha portato sul tavolo del premier una proposta di modifica delle norme introdotte dal governo Monti nel 2011 nelle pieghe del decreto Bankitalia, tese a defiscalizzare gli immobili invenduti da parte dei costruttori.

A distanza di 7 anni, l’esenzione completa su Imu e Tasi ai cosiddetti “palazzinari” ha creato un fenomeno devastante nella città di Roma, che vede oltre 230.000 appartamenti nuovi di zecca rimasti vuoti, i cui proprietari non hanno alcun interesse a vendere, magari andando incontro alla domanda attraverso un abbassamento dei prezzi. Secondo la sindaca, reintrodurre quel tipo di fiscalità da un lato rimetterebbe in moto il mercato immobiliare e dall’altro spingerebbe i costruttori a venire a patti con il governo cittadino, magari mettendo a disposizione gli immobili a fini sociali. Una proposta che da Palazzo Chigi confermano sia stata presa “in piena considerazione” dal premier Conte.

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Roma, Raggi dopo il vertice con Conte: “Da governo via libera a poteri speciali”. E non risponde sulla rottura con Anci

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