A una settimana dall'incontro di Arcore, il ministro dell'Interno torna a parlare dei suoi rapporti con l'ex premier. E lo ha fatto alla manifestazione organizzata a Roma da Fratelli d'Italia, dove si è detto fiducioso sulla durata del governo fino a fine legislatura: "Ho firmato un contratto che dura 5 anni e lo voglio rispettare. Poi, siamo nelle mani di Dio. E, scendendo più in basso, in quelle di Fico. Reddito di cittadinanza? Bene se a tempo". E Berlusconi: "Deve tenere i rapporti con l'altra parte, bisogna capirlo..."
“Non c’è nessuna strategia del doppio forno: con Silvia Berlusconi parliamo solo di accordi locali”. A una settimana dall’incontro di Arcore, Matteo Salvini torna a parlare dei suoi rapporti con il leader di Forza Italia. E lo fa ad Atreju, la manifestazione organizzata a Roma da Fratelli d’Italia, dove è stato intervistato da Enrico Mentana. “Per me il governo poteva essere allargato a Giorgia Meloni ma no a Forza Italia. Perché no a Fi? Perché con Giorgia Meloni condividiamo certi valori e, per esempio io mi ricordo la battaglia di Roma che abbiamo combattuto soltanto in due contro tutto e tutti, mentre qualcuno sparava da fuori”, ha detto il ministro dell’Interno, che solo venerdì scorso ha partecipato al vertice del centrodestra a Palazzo Grazioli.
Il leader della Lega si è espresso anche sull’esecutivo e su una delle misure principali che l’alleato M5s vuole varare con la manovra: il reddito di cittadinanza. “Noi abbiamo chiesto che fosse limitato nel tempo e fosse davvero una misura per reinserire chi è stato espulso dal lavoro e deve dire sì a proposte di lavoro che gli saranno presentate”, ha spiegato precisando che se la misura dovesse avere “questi contorni, sono d’accordo con il reddito di cittadinanza“. Quasi sarebbero invece eventuali punti di distanza con il movimento di Luigi Di Maio? “Se uno ripropone lo ius soli, per esempio, mi innervosisco”, ha risposto, attaccando, invece, la sindaca di Roma. “La penso come la pensano tanti cittadini e tanti romani: dalla Raggi si aspettavano molto di più”. Ma a Roma siete in maggioranza o all’opposizione?, gli è stato chiesto.”Siamo all’opposizione”, ha risposto correggendosi subito dopo:”Ci siamo, siamo gli ultimi arrivati, diciamo così, in punta di piedi”.
Il vicepremier, però, ha considerato solida la tenuta dell’esecutivo. “Ho firmato un contratto che dura 5 anni e lo voglio rispettare. Poi, siamo nelle mani di Dio. E, scendendo più in basso, in quelle di Fico“, ha detto riferendosi alle affermazioni del presidente della Camera, che alla festa di Liberi e Uguali ha criticato proposte della Lega come la cosiddetta “pace fiscale” e le posizioni tenute in tema d’immigrazione. L’affermazione di Salvini, fa notare Mentana, è però una replica indiretta anche a Berlusconi, che dopo il vertice di Palazzo Grazioli aveva detto: “Se volete sapere il mio pronostico, sono sicuro che in un futuro non lontano il centrodestra tornerà al governo e alla guida del paese per la fortuna dell’Italia e degli italiani che usciranno abbastanza presto dall’ubriacatura che si sono presi nei confronti dei Cinque stelle” .”Hai mai visto un presidente del Consiglio in carica che si augura di cadere dopo alcune settimane?”, è la risposta di Salvini con tanto di lapsus. Il direttore di La7 fa subito notare al leader della Lega di aver parlato di sè come se fosse il premier. Il leader del Carroccio si è corretto subito: “Ti pare che io da vicepremier, se mi chiedono quanto dura il governo rispondo: spero che cada domani mattina. Non ne posso più: il governo durerà 5 anni, e ci credo perchè quando prendo un impegno lo porto a termine”. Infine un attacco all’opposizione: “Come c’è la gazzella che la mattina si sveglia e deve correre, c’è il parlamentare del Pd che la mattina si alza e deve sparare cazzate”.
“Salvini deve tenere i rapporti con l’altra parte, bisogna capirlo…” commenta Silvio Berlusconi, arrivato a Fiuggi, alla kermesse organizzata da Antonio Tajani. “Domani illustrerò la nostra visione sulla situazione di oggi e sull’operato di questo governo. La cosa importante per noi sarà anche confermare il processo di rinnovamento di Forza Italia e di apertura a quella che abbiamo chiamato l’altra Italia, cioè tutti quegli italiani moderati che magari non sono andati a votare la volta scorsa o hanno espresso un voto di rabbia e di protesta contro la politica”.