Come gestire le bollette inattese che arrivano per migliaia di euro con una scadenza di pagamento inferiore alla settimana, mentre le associazioni dei consumatori chiedono una legge ad hoc
Non bastavano gli aumenti dei prezzi di gas (+6,5%) e luce (8,2%) svelati a luglio dall’autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) e operativi fino a fine settembre. Sulle famiglie italiane, ormai sempre più povere, pende anche la spada di Damocle dei maxi-conguagli. Bollette inattese che arrivano per migliaia di euro con una scadenza di pagamento inferiore alla settimana. “E’ una questione che monitoriamo da vicino – spiega Gianluca Di Ascenso, avvocato dell’associazione dei consumatori Codacons -. Con la crisi che avanza, gli italiani sono sempre più in difficoltà. Un maxi-conguaglio può davvero creare grossi problemi in una famiglia dove già si arriva a stento a fine mese. Non a caso l’Osservatorio Imprese e Consumatori ha avviato un lavoro finalizzato alla realizzazione di una legge che istituisca un fondo di garanzia per le persone in difficoltà nel pagamento delle utenze finanziandolo con la tassazione sulle imprese e solo in minima parte con un contributo in bolletta da parte dei consumatori”.
Ma, mentre la politica è al lavoro, le famiglie fanno i conti con batoste inattese. Che fare allora quando arriva un maxiconguaglio al quale non si riesce a far fronte nell’immediato? La strada maestra è domandare immediatamente al gestore la rateizzazione della bolletta via raccomandata opec. La richiesta dovrà essere presentata entro i 10 giorni dalla scadenza. Quindi, se per caso, la lettera arriva in ritardo, sono guai perché si finisce direttamente in mano alle agenzie di recupero crediti. Persino per piccole somme. “Nel caso dei maxiconguagli, consigliamo poi sempre di effettuare un ricalcolo, un servizio che fanno le associazioni dei consumatori. E’ importante fare reclamo per arrivare al servizio di conciliazione”, aggiunge Di Ascenso. Per la serie, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio, persino quando il gestore è una controllata pubblica come l’Enel o l’Eni o magari una partecipata di enti locali come le municipalizzate Acea o A2a. Se il conteggio è corretto e la richiesta di rateizzazione è pervenuta per tempo, allora il fornitore sarà obbligato ad effettuarla. “L’obbligo esiste sia nei casi di fatturazione di importi anomali che in quelli di mancato rispetto, anche episodico, della periodicità di fatturazione prevista nel Testo integrato di Fatturazione, TIF”, spiegano dall’ Arera.
Tuttavia la decisione sul numero di rate resta in mano al fornitore che, bontà sua, invia al consumatore un’ipotesi di lavoro. Secondo quanto stabilito dall’Arera, il gestore deve almeno prevedere che l’importo dovuto venga suddiviso in un numero di rate uguali pari almeno al numero di bollette basate su consumi stimati ricevute dopo l’ultima bolletta contenente il maxiconguaglio per un minimo due rate. Che cosa significa esattamente? “Se, per esempio, dopo la bolletta di conguaglio, il cliente ha ricevuto quattro bollette su consumi stimati, l’importo del conguaglio deve essere suddiviso in almeno quattro rate uguali. Le rate non sono cumulabili e hanno una periodicità identica a quella con cui vengono emesse le bollette”, precisa l’Arera che ricorda come questa soluzione sia una base di partenza imposta al gestore. Nulla esclude quindi che la compagnia possa decidere di allungare il numero di rate per venire incontro al cliente e assicurarsi il pagamento del dovuto senza entrare in contenzioso. Nella realtà spesso accade invece che il cliente sia costretto a barcamenarsi fra un call center e l’altro senza riuscire a spuntare una soluzione migliorativa e, in caso di mancato pagamento, finisca poi nelle mani delle società di recupero crediti. “Sono sempre più frequenti le richieste di rateizzazione di maxiconguagli che arrivano nei nostri uffici. Spesso chiudiamo le pratiche direttamente con le società di recupero crediti. Anche perché, alla fine, i fornitori hanno tutto l’interesse ad incassare i loro crediti”, concludono dal Codacons che spera in procedure più snelle e in un intervento politico che possa aiutare soprattutto le famiglie meno abbienti.
Intanto a Milano, dove la crisi morde di più nel privato rispetto alla capitale, la municipalizzata A2a ha avviato una piccola sperimentazione di monitoraggio delle povertà emergenti sul territorio. La società ha infatti dato vita al Banco dell’energia onlus che, con il sostegno di Fondazione Cariplo, ha selezionato alcuni progetti per i nuovi poveri. Inoltre, ovunque in Italia, per le famiglie meno abbienti è possibile richiedere il bonus sociale gas, luce e acqua. Non è escluso inoltre che il Comune abbia stanziato contributi per le bollette destinati alle famiglie più in difficoltà. Resta il fatto che i tempi della burocrazia sono lunghi. E le bollette invece hanno scadenze assai brevi.