Invasi dalle blatte e impegnati in una lotta a colpi di disinfestazione, stracci intrisi di aceto, zucchero per attirare gli insetti e “casette” per imprigionarli. È quello che sta accadendo da agosto ad alcuni appartamenti nelle palazzine Erp – le case popolari – R8 di Tor Bella Monaca, quartiere periferico a est di Roma. “Non me ne parlare, non ci dormivo la notte per paura di trovarmele addosso!”, dice Jolanda. Ha 95 anni e qui tutti la chiamano “nonna”. “Ho disinfestato, sì, e dovrei essermene liberata. Ma tutto a spese mie! Il municipio ha detto che non ci sono i soldi per aiutarci”. Qui all’R8, dice, “non era mai stato così. È necessario che facciano qualcosa, ma sul serio”.
Il fatto è che l’invasione, ora apparentemente fermata, parte “da un subaffitto ‘non ortodosso’, diciamo, che un assegnatario ha fatto nei confronti di un altro soggetto che a quanto pare non era un esempio di pulizia”, spiega Roberto Romanella, presidente del VI municipio in quota M5S. Un appartamento dove vivevano anche dei bambini, in cui è stata fatta in questi giorni la terza disinfestazione che ha lasciato dietro di sé un tappeto di cadaveri di insetti. Ovunque: per terra, nei mobili, nel lavandino della cucina. E qualche blatta che ancora cammina sul pavimento.
“Abbiamo ascoltato e accolto gli inquilini, e abbiamo cercato di spiegare loro che il municipio non ha fondi in bilancio rispetto a questo tipo di disinfestazioni”, causate da una situazione di irregolarità e su cui si dovrebbero attivare le persone che hanno “provocato” il danno. “Non saprei proprio come intervenire”, dice Romanella.
“Per le manutenzioni ordinarie abbiamo cercato di ottemperare dall’inizio del mandato fino a febbraio di quest’anno perché c’erano un po’ di soldi. Questa è disinfestazione e come municipio non so neanche se ci sia una voce di bilancio del genere. E in ogni caso sarebbe pari a zero”. E quindi gli inquilini sono ricorsi a ditte private, pagando un centinaio d’euro ad appartamento – chi dice 70, chi dice di più: raccontano di cifre discordanti: “Per noi sono tanti soldi. Praticamente quanto paghiamo al mese di affitto”, dice Vittoria.
“Ci hanno detto che non ci sono i soldi. O meglio, che se proprio non si risolve il problema, gli unici soldi in cassa sono quelli per le scuole. E se poi succede qualcosa a una scuola?” Quindi niente, spiega un’altra inquilina, Anna Maria. “Mi sono già attivato con l’assessora al Patrimonio e alle Politiche abitative Rosalba Castiglione – e con il dipartimento del Patrimonio, che gestisce le case popolari”, dice ancora il presidente di municipio. “Solleciterò”. La speranza, ammette, è – nel caso – di poter ricorrere all’accordo quadro per le manutenzioni ordinarie ad uso abitativo del comune, atteso da dicembre. Lo sblocco potrebbe arrivare a giorni.
Gli abitanti dell’R8 però lamentano un abbandono da parte delle istituzioni a tutto tondo. “Si sono dimenticati di noi”, dice Anna – qui tutti la chiamano Annarella – energica inquilina di origina napoletana. “Parlano solo di Tor Bella Monaca per lo spaccio. Ma lo vedi come ci fanno vivere? Ci rischiano di cadere in testa gli alberi, le radici emergono dall’asfalto e ci fanno cascare e rompere l’osso del collo ogni volta che andiamo a buttare la spazzatura. Siamo invasi dalla monnezza, per le strade c’è luce”. E “guarda qual tubo”, le fa eco Luciana indicando i sotterranei. “L’abbiamo aggiustato noi, ma perde ancora. Io non lo so se gli insetti vengono anche da qui”.
“Quelle case sono un incompiuto. Hanno fatto le case ma non le infrastrutture intorno”, dice il consigliere Dario Nanni, consigliere già Pd ora passato al gruppo Misto. “Magari anche i pozzetti fognari andranno disinfestati”, ammette Roberto Romanella. “Però è sempre un problema su cui il municipio non ha attualmente competenze. Io adesso mi attacco al telefono con la Castiglione e vediamo se riescono a mettere insieme qualcosa per ottemperare a una disinfestazione emergenziale. Non abbiamo proprio disponibilità in tal senso. Se c’è una situazione in cui c’è uno zozzone, non possiamo accollarla all’amministrazione e intervenire con i fondi delle scuole: è stiracchiare il bilancio in maniera poco corretta”.