Roma, 11 gen. (Adnkronos) - Scontri tra manifestanti e polizia a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, mentre era in corso un presidio per Ramy: 8 gli agenti feriti. I manifestanti hanno rovesciato alcuni cassonetti all'altezza di piazza Immacolata e poi sono andati verso le forze dell'ordine tirando fumogeni, bombe carta e oggetti contundenti. A quel punto è scattata una carica di contenimento. Subito dopo i manifestanti hanno arretrato per tornare verso San Lorenzo (VIDEO).
A quanto si apprende, nel corso della manifestazione sono state lanciate bombe carta ad alto potenziale: una di queste ha infranto il vetro blindato di un mezzo del Reparto mobile. L'intervento per contenere i manifestanti è stato ordinato da questore di Roma, Roberto Massucci, per tutelare l'incolumità dei poliziotti.
Gli otto poliziotti feriti sono stati colpiti da petardi o bottiglie di vetro lanciate dai manifestanti. Sono in corso le indagini per ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto.
“Ancora una volta quello che è accaduto oggi a Roma durante il corteo per Ramy è un episodio di inaudita gravità. Diverse bombe carta lanciate da alcuni facinorosi hanno colpito i colleghi, uno dei quali, della Questura di Roma, ha riportato ferite al volto che hanno richiesto un immediato intervento medico. Nel frattempo, diversi altri agenti coinvolti negli scontri stanno ricevendo cure in ospedale per le contusioni e le ferite riportate e altri si faranno refertare nelle prossime ore, al termine della manifestazione”, ha dichiarato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp.
“È inaccettabile che chi scende in piazza per manifestare, indipendentemente dalla causa, si trasformi in un aggressore violento nei confronti delle forze dell'ordine, che lavorano per garantire sicurezza e legalità per tutelare cittadini e ordine pubblico. L'uso di bombe carta, fumogeni e l'attacco deliberato alle camionette della polizia non è altro che una vile aggressione contro lo Stato e chi lo rappresenta”, ha concluso Pianese.
“I disordini e gli attacchi alle Forze di Polizia che negli ultimi due giorni si sono verificati in varie città italiane dimostrano, ancora una volta, l’esistenza e la pericolosità di soggetti organizzati che strumentalizzano ogni tema, fatto o episodio, perfino una dolorosa tragedia come quella del giovane Ramy, soltanto per seminare violenza", afferma il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
"Queste aggressioni - sottolinea il titolare del Viminale - devono essere condannate da tutti, senza indecisioni o speciosi distinguo, anche per sostenere un clima di fiducia nei confronti delle nostre Forze di Polizia, che sono tra le migliori al mondo, che offrono standard altissimi di professionalità, si prodigano con passione e impegno e certamente non possono essere sottoposte a giudizi sommari o aggressioni in piazza. In un Paese maturo e avanzato come il nostro dovrebbe essere parte di una cultura condivisa la consapevolezza che non fermarsi a un alt delle Forze dell’Ordine o cercare il confronto violento con chi rappresenta lo Stato non è solo una grave violazione della legge, ma è anche un comportamento pericoloso per sé e per gli altri, che mina la sicurezza dei cittadini e la convivenza civile. Chi non parte da queste considerazioni rischia irresponsabilmente di alimentare l’idea che tali condotte siano talvolta giustificabili e che possano essere messe sullo stesso piano dell’impegno di poliziotti o carabinieri, spesso costretti a operare in momenti e situazioni difficili e concitate, anche a rischio della loro stessa incolumità. Né il diritto di manifestare può mai essere usato come scusa per atti di violenza, intimidazione o per sfidare l’autorità dello Stato. A fronte di questi comportamenti ignobili e pericolosi, come Ministro dell’Interno esprimo piena solidarietà e totale sostegno alle donne e agli uomini delle Forze di Polizia, sottolineando che chi si macchia di queste azioni vergognose, a partire da quelle poste in essere nelle ultime occasioni, sarà perseguito con la massima determinazione”.
Una manifestazione a un mese e mezzo dall’incidente del 24 novembre scorso, quando il 19enne Ramy, di origine egiziana, perse la vita al quartiere Corvetto, durante un inseguimento a bordo di un maxi scooter guidato dall’amico Fares, finito poi in coma, è stata organizzata anche a Milano. Circa duecento i partecipanti al corteo che, da piazza San Babila, si è diretto verso corso Venezia, piazza Oberdan, corso Buenos Aires, viale Tunisia, via Lazzaretto, via Settembrini e via Vitruvio, per raggiungere piazza Duca D'Aosta, di fronte alla stazione centrale.
Due giorni fa la diffusione di un video che riprende l’inseguimento dall’abitacolo della Gazzella dei carabinieri, che ha suscitato una nuova ondata di polemiche. ‘Verità e Giustizia per Ramy e Fares’. Questa la richiesta ribadita dai Giovani Palestinesi di Milano, dal centro sociale Il Cantiere e dalle realtà che aderiscono al 'coordinamento antirazzista' dalle loro pagine social per lanciare l’invito a manifestare anche oggi, a Milano.
“Abbiamo visto le immagini del brutale inseguimento e i ripetuti tentativi di speronamento da parte dei carabinieri - si legge accanto all’immagine gialla e nera pubblicata su Instagram -. Li abbiamo sentiti esultare quando sono riusciti a farli cadere dalla moto, provocando la morte di Ramy e il coma per Fares. Abbiamo visto i loro tentativi di insabbiamento, facendo cancellare i video sul cellulare di un testimone. Sappiamo che non si tratta di un caso isolato, ma la profilazione razziale, la violenza brutale delle forze dell'ordine, gli abusi di potere nei confronti di persone arabe, razzializzate, delle persone marginalizzate nelle periferie, sono la realtà in cui viviamo. In cui le classi dirigenti, sotto una retorica di ‘sicurezza', cercano di imporre un controllo sempre più violento e omicida attraverso il loro braccio armato. Uno stato di polizia che esiste già, come dimostrano le zone rosse imposte nelle grandi città, come dimostra il Ddl 1660, come dimostra la repressione nei confronti di chi si oppone al genocidio in Palestina e lotta contro il sionismo”. Ed è per questo che “saremo in piazza per Ramy e Fares e per opporci allo stato di polizia che minaccia le nostre vite”.
Mondo
Velista solitario ferito dopo una tempesta-mostro, corsa contro il tempo per salvargli la vita
Abilash Tomy, 39 anni, capitano di Marina sta partecipando alla Golden Globe, il giro del mondo in solitaria, ed è in mare dal primo di luglio.
È una corsa contro il tempo quella per salvare Abilash Tomy, il navigatore solitario indiano alla deriva sulla Thuriya, a duemila miglia marine dalle coste australiane. Abilash, 39 anni, capitano di Marina sta partecipando alla Golden Globe, il giro del mondo in solitaria, ed è in mare dal primo di luglio: aveva già navigato per 10.500 miglia e si trovava in terza posizione sui diciotto concorrenti partiti dalle coste francesi quando, venerdì scorso, una tempesta particolarmente violenta, che si è addensata nell’Oceano indiano, ha spezzato l’albero maestro della sua barca, replica perfetta della Suhaili, il mitico dieci metri, con cui Robin Knox-Johnston vinse la prima edizione della gara, nel 1968.
Abilash, nato nel Kerala, nel 2013, come riporta l’Ansa – è stato il primo indiano a partecipare alla competizione, navigando per 151 giorni con successo, e sopravvivendo a due violente tempeste; anche lo scorso venerdì è sopravvissuto ad un mostro che correva con 70 nodi di vento, e gli schiantava addosso muri di onde alte fino a 24 metri, ma ha riportato gravi ferite alla schiena, che non gli permettono di muoversi dal pozzetto. E e ha il telefono satellitare fuori uso. Da allora, è riuscito solo a inviare un messaggio, in cui diceva di essere salvo ma gravemente ferito, e di non poter raggiungere il satellitare di emergenza, perché incapace di muoversi.
Mentre il mondo intero segue col fiato sospeso la vicenda, è scattata la gara internazionale per soccorrerlo: ieri due aerei militari, uno indiano ed uno australiano hanno volato sopra la Thuriya, ma nessuno è riuscito a mettersi in contatto. È il silenzio a far temere il peggio, anche se tutti ricordano che il capitano indiano, ribattezzato il secondo Pi, dal titolo di un film di successo, nel 2013 seppe sopravvivere per due settimane senza acqua, trasformando in potabile quella del mare, e riuscendo così a concludere la competizione. Tomy, il Capitano che ogni mattina, al risveglio, medita, lo cercano, tutti, da tutti i punti cardinali: un peschereccio privato francese naviga da ovest, una fregata australiana è partita da est con un elicottero a bordo, ma si calcola che ci vorranno almeno quattro giorni per raggiungerlo. Gli organizzatori della Golden Globe contano sull’irlandese Gregor McGuckin, il più vicino dei concorrenti tuttora in gara, che si trova a sole 90 miglia marine da Thomas. Gli altri undici, dalla partenza ad oggi si sono già ritirati in sette, navigano più a nord, e per questo sono riusciti ad evitare il peggio. La Thuriya aspetta, l’albero spezzato, che dondola tra le onde, adesso calme, di lato.
Foto dal profilo Facebook della Golden Race
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Roma, 12 gen. (Adnkronos) - "Indegno l’attacco alla Sinagoga di Bologna, da condannare duramente assieme alle violenze ai danni delle Forze dell’Ordine e gli atti vandalici nel centro storico cittadino. Ho chiamato il presidente della Comunità ebraica Massimo De Paz per esprimere piena solidarietà all’intera Comunità, così come esprimo vicinanza alle Forze dell’Ordine, vittime di attacchi da parte di delinquenti che non hanno alcuna giustificazione e che speriamo vengano individuati prima possibile". Lo afferma l'eurodeputato del Pd Stefano Bonaccini.
"Ora -aggiunge- serve una reazione ferma e unitaria delle istituzioni, delle rappresentanze politiche e sociali e dei cittadini che hanno a cuore i valori di solidarietà, rispetto e tolleranza che da sempre sono patrimonio della nostra terra".
Roma, 12 gen. (Adnkronos) - "L'aggressione alla Sinagoga di Bologna da parte di centri sociali e gruppi 'Pro-Pal' è fatto di inaudita gravità che non può essere giustificato in alcun modo". Lo afferma Piero Fassino, della Direzione del Pd. "Trasformare la critica al governo Netanyahu per come conduce la guerra a Gaza in una criminalizzazione di ogni ebreo e comunità ebraica -aggiunge- è manifestazione di un antisemitismo e un odio antiebraico che va condannato e contrastato senza se e senza ma. Non farlo significa assumersi la responsabilità di legittimare un clima inaccettabile di intolleranza e di violenza".
"Alla doverosa solidarietà con la Comunità ebraica di Bologna -conclude Fassino- si accompagnino da parte della città e delle sue istituzioni atti concreti di vicinanza al mondo ebraico e di contrasto di chi lo voglia isolare e aggredire. Così come solidarietà va alla città di Bologna colpita nei suoi sentimenti democratici e antifascisti e agli agenti aggrediti mentre tutelavano la legalità dei cittadini".
Roma, 12 gen. (Adnkronos) - "Le devastazioni e le aggressioni ai poliziotti da parte di chi ieri notte ha messo a soqquadro il quartiere romano di San Lorenzo sono un episodio intollerabile". Lo dice Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera. "Chi lancia oggetti o bombe carta contro degli agenti o spacca cassonetti non solo ha sempre torto. Soprattutto dà l'impressione di usare quel che è accaduto a Milano come pretesto solo per menare le mani. E quindi offende la memoria del ragazzo. Il vandalismo senza cervello come quello visto ieri sera a Roma va contro le parole del fratello stesso di Ramy, che ha detto no alla violenza. Condanniamo i comportamenti dei violenti di San Lorenzo e offriamo tutta la nostra solidarietà agli agenti feriti".
Roma, 12 gen. (Adnkronos) - “La mia solidarietà alle Forze dell’Ordine e alla comunità ebraica di Bologna. Centri sociali ed estremisti di sinistra non perdono occasione per mostrare il loro volto peggiore, usando le proteste per seminare violenza nelle città italiane”. Lo scrive sui social il vicepresidente del Senato e senatore della Lega Gian Marco Centinaio.
Roma, 12 gen. (Adnkronos) - Jovanotti presenta sui social la band che suonerà con lui nel tour PalaJova e promette: è una band "fantastica", "fidatevi, vi faremo impazzire".
"Siamo in 'ritiro' per qualche settimana in Romagna in un gran bel posto, e le prove le facciamo nello storico Padiglione delle Feste del Grand Hotel Castrocaro, dove si faceva il mitico festival delle voci nuove, ed é proprio come mi sento io in questo momento, un debuttante pronto per un nuovo viaggio. Dopo questa fase di prove musicali passeremo alla scrittura delle luci e della parte visual dello show e da metà febbraio saremo nel palasport per le prove generali. La mia intenzione é di portare in giro uno spettacolo soprattutto entusiasmante, divertente e musicalmente vivissimo, tutto suonato dal vivo, con un repertorio di pezzi che sono nelle nostre vite e qualcosa di nuovo, che vi stupirà", spiega Jovanotti accanto ad una foto che lo ritrae in mezzo agli altri 13 componenti della band che lo accompagneranno in oltre 40 date, visto che il tour che prenderà il via il 4 marzo da Pesaro e si chiuderà il 21 maggio all'Arena di Verona.
Al basso c'è Saturnino Celani "naturalmente", da sempre al fianco di Lorenzo. Poi, la new entry di Adriano Viterbini alla chitarra ("ci conosciamo da tanti anni, è tra i migliori e più avventurosi chitarristi al mondo e spesso incontrandoci ci dicevamo un giorno sarebbe bello fare qualcosa insieme e quel giorno é arrivato", scrive Jova). Alle tastiere elettroniche e alla "direzione delle macchine e del 'traffico' della band" c'è Christian 'Noochie' Rigano ("il top del top"). Le "altre tastiere analogiche sono a cura" di Franco Santarnecchi. Alla batteria Carmine Landolfi: "Un giorno a Jova Beach ho sentito suonare da dietro al palco e sono corso a sentire chi era che aveva quel groove così ho conosciuto Carmine Landolfi, oggi riconosciuto come il nuovo boss della batteria, sentirete che roba", promette Jovanotti). Poi il "coro di solisti", come lo chiama Lorenzo ("era da un po’ che sognavo di fare un tour con delle voci intorno a me", confessa), capitanato da Moris Pradella (che è un noto vocalist già al fianco di artisti come Mengoni, Morandi, Cremoni ma anche polistrumentista, tanto "che suonerà anche la seconda chitarra") e composto anche da Micol Touadi e da Jennifer Vargas. La sezione ritmica "è un treno" e vede in campo, oltre allo storico percussionista di Lorenzo, Leonardo Di Angilla, anche Kalifa Kone, talentuoso polistrumentista maliano, specializzato negli strumenti tradizionali del West Africa. La sezione fiati, creata da Gianluca Petrella, "scalda tutto e aggiunge uno strato di emozione in più con la tromba di Camilla Rolando e il sax di Sophia Tomelleri". "Una meraviglia, davvero", conclude Lorenzo Jovanotti Cherubini.
Roma, 12 gen. (Adnkronos) - Ottimi ascolti nel pomeriggio del sabato, su Rai2, per 'Storie di Donne al Bivio' di Monica Setta. Il programma, in onda dalle 15 alle 16.30 circa, ha ottenuto infatti 617.000 spettatori con il 5.46% di share, risultando il programma più visto della seconda rete in termini di share, fatta eccezione per programmi sportivi e tg.
Roma, 11 gen. (Adnkronos) - Scontri tra manifestanti e polizia a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, mentre era in corso un presidio per Ramy: 8 gli agenti feriti. I manifestanti hanno rovesciato alcuni cassonetti all'altezza di piazza Immacolata e poi sono andati verso le forze dell'ordine tirando fumogeni, bombe carta e oggetti contundenti. A quel punto è scattata una carica di contenimento. Subito dopo i manifestanti hanno arretrato per tornare verso San Lorenzo (VIDEO).
A quanto si apprende, nel corso della manifestazione sono state lanciate bombe carta ad alto potenziale: una di queste ha infranto il vetro blindato di un mezzo del Reparto mobile. L'intervento per contenere i manifestanti è stato ordinato da questore di Roma, Roberto Massucci, per tutelare l'incolumità dei poliziotti.
Gli otto poliziotti feriti sono stati colpiti da petardi o bottiglie di vetro lanciate dai manifestanti. Sono in corso le indagini per ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto.
“Ancora una volta quello che è accaduto oggi a Roma durante il corteo per Ramy è un episodio di inaudita gravità. Diverse bombe carta lanciate da alcuni facinorosi hanno colpito i colleghi, uno dei quali, della Questura di Roma, ha riportato ferite al volto che hanno richiesto un immediato intervento medico. Nel frattempo, diversi altri agenti coinvolti negli scontri stanno ricevendo cure in ospedale per le contusioni e le ferite riportate e altri si faranno refertare nelle prossime ore, al termine della manifestazione”, ha dichiarato Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp.
“È inaccettabile che chi scende in piazza per manifestare, indipendentemente dalla causa, si trasformi in un aggressore violento nei confronti delle forze dell'ordine, che lavorano per garantire sicurezza e legalità per tutelare cittadini e ordine pubblico. L'uso di bombe carta, fumogeni e l'attacco deliberato alle camionette della polizia non è altro che una vile aggressione contro lo Stato e chi lo rappresenta”, ha concluso Pianese.
“I disordini e gli attacchi alle Forze di Polizia che negli ultimi due giorni si sono verificati in varie città italiane dimostrano, ancora una volta, l’esistenza e la pericolosità di soggetti organizzati che strumentalizzano ogni tema, fatto o episodio, perfino una dolorosa tragedia come quella del giovane Ramy, soltanto per seminare violenza", afferma il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi.
"Queste aggressioni - sottolinea il titolare del Viminale - devono essere condannate da tutti, senza indecisioni o speciosi distinguo, anche per sostenere un clima di fiducia nei confronti delle nostre Forze di Polizia, che sono tra le migliori al mondo, che offrono standard altissimi di professionalità, si prodigano con passione e impegno e certamente non possono essere sottoposte a giudizi sommari o aggressioni in piazza. In un Paese maturo e avanzato come il nostro dovrebbe essere parte di una cultura condivisa la consapevolezza che non fermarsi a un alt delle Forze dell’Ordine o cercare il confronto violento con chi rappresenta lo Stato non è solo una grave violazione della legge, ma è anche un comportamento pericoloso per sé e per gli altri, che mina la sicurezza dei cittadini e la convivenza civile. Chi non parte da queste considerazioni rischia irresponsabilmente di alimentare l’idea che tali condotte siano talvolta giustificabili e che possano essere messe sullo stesso piano dell’impegno di poliziotti o carabinieri, spesso costretti a operare in momenti e situazioni difficili e concitate, anche a rischio della loro stessa incolumità. Né il diritto di manifestare può mai essere usato come scusa per atti di violenza, intimidazione o per sfidare l’autorità dello Stato. A fronte di questi comportamenti ignobili e pericolosi, come Ministro dell’Interno esprimo piena solidarietà e totale sostegno alle donne e agli uomini delle Forze di Polizia, sottolineando che chi si macchia di queste azioni vergognose, a partire da quelle poste in essere nelle ultime occasioni, sarà perseguito con la massima determinazione”.
Una manifestazione a un mese e mezzo dall’incidente del 24 novembre scorso, quando il 19enne Ramy, di origine egiziana, perse la vita al quartiere Corvetto, durante un inseguimento a bordo di un maxi scooter guidato dall’amico Fares, finito poi in coma, è stata organizzata anche a Milano. Circa duecento i partecipanti al corteo che, da piazza San Babila, si è diretto verso corso Venezia, piazza Oberdan, corso Buenos Aires, viale Tunisia, via Lazzaretto, via Settembrini e via Vitruvio, per raggiungere piazza Duca D'Aosta, di fronte alla stazione centrale.
Due giorni fa la diffusione di un video che riprende l’inseguimento dall’abitacolo della Gazzella dei carabinieri, che ha suscitato una nuova ondata di polemiche. ‘Verità e Giustizia per Ramy e Fares’. Questa la richiesta ribadita dai Giovani Palestinesi di Milano, dal centro sociale Il Cantiere e dalle realtà che aderiscono al 'coordinamento antirazzista' dalle loro pagine social per lanciare l’invito a manifestare anche oggi, a Milano.
“Abbiamo visto le immagini del brutale inseguimento e i ripetuti tentativi di speronamento da parte dei carabinieri - si legge accanto all’immagine gialla e nera pubblicata su Instagram -. Li abbiamo sentiti esultare quando sono riusciti a farli cadere dalla moto, provocando la morte di Ramy e il coma per Fares. Abbiamo visto i loro tentativi di insabbiamento, facendo cancellare i video sul cellulare di un testimone. Sappiamo che non si tratta di un caso isolato, ma la profilazione razziale, la violenza brutale delle forze dell'ordine, gli abusi di potere nei confronti di persone arabe, razzializzate, delle persone marginalizzate nelle periferie, sono la realtà in cui viviamo. In cui le classi dirigenti, sotto una retorica di ‘sicurezza', cercano di imporre un controllo sempre più violento e omicida attraverso il loro braccio armato. Uno stato di polizia che esiste già, come dimostrano le zone rosse imposte nelle grandi città, come dimostra il Ddl 1660, come dimostra la repressione nei confronti di chi si oppone al genocidio in Palestina e lotta contro il sionismo”. Ed è per questo che “saremo in piazza per Ramy e Fares e per opporci allo stato di polizia che minaccia le nostre vite”.