“Decreto dignità? Ci sono tante storie drammatiche di persone che hanno perso il lavoro. E il 30 settembre noi del Pd porteremo in piazza, a Roma, queste storie, per dimostrare cosa sta producendo questo governo e questo decreto, che dovremmo smettere di chiamare ‘di dignità’. Dovremmo chiamarlo ‘decreto di disoccupazione’”. Così, a L’Aria che tira (La7), il deputato Pd, Andrea Romano, stronca il decreto di dignità, tra i mormorii di dissenso del sindacalista Giorgio Cremaschi (Potere al Popolo), e aggiunge: “Questo decreto vorrebbe porre dei limiti al lavoro precario, ma in realtà sta rendendo più difficile assumere le persone a tempo determinato e indeterminato. In questi giorni sono venute fuori le parole indecenti di Rocco Casalino, però Di Maio un mese fa ha detto le stesse cose sui funzionari del ministero del Lavoro. Questi ultimi lo avevano avvisato: con questo decreto si sarebbero persi almeno 8mila posti di lavoro l’anno. E Di Maio li aveva accusati di essere funzionari dell’opposizione annidati nel ministero”. Romano, poi, menziona il caso della Grecia e il Jobs Act: “La nostra riforma del lavoro sarà stata pure perfettibile e migliorabile, però ci sono stati e sono aumentati i lavori, non per via del Jobs Act come legge ma creando un contesto più favorevole alle imprese. E invece questo decreto inverte la rotta. L’Italia stava faticosamente e lentamente rimettendosi in piedi. E sono arrivati questi che sono delle cavallette. Hanno fatto delle promesse insostenibili per il Paese, come ad esempio il reddito di cittadinanza. Io me lo ricordo Di Maio quando in campagna diceva che le risorse per il reddito di cittadinanza già ce li aveva e che lo avrebbe fatto in 15 giorni. Ora si scopre che le risorse non ci sono, perché erano promesse fasulle”. Tranchant il commento di Cremaschi: “Romano è riuscito nella mirabile e davvero difficile impresa di essere più a destra del governo”.
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