“Sia dannato il giorno in cui venne fatto il Jobs act. Chi lo ha fatto non deve essere chiamato statista ma assassino politico“. Il vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha attaccato così Matteo Renzi al termine di un incontro all’Ilva di Cornigliano. L’ex premier ha risposto via Twitter definendo le sue parole “vergognose, specie pensando a chi è stato ucciso davvero per aver fatto riforme del mercato del lavoro. Non sa quello che dice. Comunque: il Jobs act ha creato un milione di posti di lavoro: vedremo chi saprà fare di meglio”. “Quando Di Maio parla di cose che non conosce, come ad esempio il lavoro, spesso diventa ridicolo“, ha aggiunto poi Renzi su Facebook. “Per il momento ha trovato lavoro solo a se stesso e a un paio di suoi amici d’infanzia di Pomigliano, assunti nelle sue varie segreterie particolari”. Il segretario dem Maurizio Martina invece ha commentato che “quando si governa con l’odio e la barbarie si distrugge un paese e purtroppo di questo il vicepremier Di Maio non si rende conto. La sua ansia di propaganda e di potere lo porta fuori strada non solo come governante ma anche come cittadino”.
Mentre esce il #DecretoSalvini intanto @luigidimaio per non farsi rubare la scena chiama #assassinipolitici gli autori del #JobsAct cioè @matteorenzi e il #PD In un paese che ha visto i drammatici omicidi BR di chi si è occupato di riforme del lavoro queste parole sono terribili
— Emanuele Fiano (@emanuelefiano) 24 settembre 2018
La polemica deriva dal fatto che dal 24 settembre 189mila lavoratori tra cui 140mila metalmeccanici sono a rischio licenziamento per la scadenza della cassa integrazione in deroga (“per cessazione”) e dei contratti di solidarietà, non più rinnovabili proprio per le limitazioni imposte dalla riforma del lavoro del governo Renzi. “Domani – ha assicurato Di Maio – incontrerò i sindacati per garantire a coloro che avevano la cigs continuità di questo strumento. Ricordo che l’ha abolito la sinistra, non la destra. Nessuno deve perdere il posto di lavoro. Chi viene assunto, non sarà assunto con quella legge folle che è il jobs act, ma con tutti i diritti dell’articolo 18”. Il ministro aveva annunciato che con un articolo del decreto Genova sarebbe stata ripristinata la cassa integrazione straordinaria per cessazione, ma nonostante l’ok del Consiglio dei ministri il 13 settembre come noto il testo non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
“Avevamo detto chiaramente al ministro Di Maio, sia in aula che in commissione che la priorità doveva essere il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali” dice il deputato di Liberi e Uguali ed ex segretario della Cgil Guglielmo Epifani. “Lo avevamo sottolineato perché anche su questo punto il Jobs Act conteneva degli errori. In commissione, inoltre, avevamo chiesto al governo di stilare una lista delle crisi aziendali in atto, ma non c’è stata data alcuna risposta da fare. Adesso siamo agli sgoccioli e si rischia di aprire le porte della disoccupazione a centinaia di migliaia di lavoratori“. Una prima risposta dal Partito Democratico è quella di Debora Serracchiani, componente della commissione Lavoro: “La tattica dei M5s è non risolvere i problemi e anzi crearne di nuovi e far montare quelli che già ci sono: vogliono che ci sia una sempre maggiore tensione sociale”.