Cinema

Mio figlio, thriller che si guarda tutto d’un fiato. Con Melanie Laurent e Guillaume Canet

Solito discorso. I francesi sanno fare cinema in generale, e cinema di genere in particolare. Punto. In sala dal 27 settembre distribuito da No.Mad Entertainment

di Davide Turrini

Solito discorso. I francesi sanno fare cinema in generale, e cinema di genere in particolare. Punto. Mio figlio (Mon garçon) di Christian Carion (ricordate Joyeux Noel?) è un thriller drammatico, della serie “genitore salva figlio rapito senza aiuto della polizia”, estremamente compatto, senza sbavature, per un’ora e venti che si guarda tutta d’un fiato. Tutto ha inizio con la voce fuori campo di Marie (Melanie Laurent che nella sua profonda generosità ci offre un paio di bei nudi). 

Il messaggio concitato su sfondo nero è per l’ex marito Julien (Guillaume Canet): il loro figlio Mathys è scomparso dal campeggio di montagna dove si trovava. L’immediato arrivo tra le Alpi della Francia orientale di Julien fa prendere subito al film un movimento agile orientato sull’ossessività del protagonista: dapprima gonfio di senso di colpa per aver sacrificato la famiglia per un lavoro tosto di geologo tra Africa e Medio Oriente, poi determinato senza troppi eroismi o improbabili attitudini performative a ritrovare da sé il proprio bambino che si intuisce essere stato rapito. La detection di Julien è legata sia all’osservazione di alcuni video girati dal nuovo compagno della moglie, sia in azione verso uno spazio misterioso e disabitato in mezzo al bosco.

Girato con le sequenze in ordine progressivo, senza aver svelato troppo a Canet della bozza di sceneggiatura ufficiale (firmata da Carion e da Laure Irmann), Mio figlio possiede la freschezza di un’idea dettagliata messa in scena con precisione e intensità grazie al classico stile fly-on-the-wall che permette alla macchina da presa di Carion di fondersi con azioni e gesti del protagonista. Julien/Canet, dal canto suo, immerso in una serie di inquadrature di spazi innevati e silenziosi, accentra su di sé la progressione del racconto, assume una curvatura di senso frenetica e tenuemente oscura quanto basta a farlo oscillare tra foga vendicativa e realistici errori di valutazione intuitiva dell’eroe per caso. A noi Mio figlio – che arriva in sala giovedì 27 settembre -ha saziato parecchio. Distribuisce No.Mad Entertainment.

 

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