Nadia Toffa ha annunciato sui social l’arrivo in libreria di “Fiorire d’inverno”, un modo per raccontare i mesi più difficili della sua vita dopo la malattia scoperta per caso lo scorso 2 dicembre. “In questo libro vi spiego come sono riuscita a trasformare quello che tutti considerano una sfiga, il cancro, in un dono, un’occasione, una opportunità. A come riuscire a fiorire d’inverno cioè nel periodo più difficile dell’anno”, un post che ha suscitato l’euforia dei suoi fan, una pioggia di like ma anche qualche critica.
“Pure il libro. Siamo alla spettacolarizzazione del tumore e alla sua trasformazione in core-businnes di un’ attività pseudo-giornalistica: avremmo voluto non tornarci più sopra, sul penoso ‘caso Nadia Toffa’, ma la banalizzazione dei malati che questa signorina sta perpetuando è più importante di lei e della sua egolatria”, ha scritto Filippo Facci su Libero.
Accusando la giornalista di aver avuto nei mesi scorsi un approccio sbagliato parlando di guarigione quando ancora di fatto non lo era. Per Facci è dunque sbagliato ergersi a “leonino” considerato le attese, i tempi e le difficoltà delle persone comuni. Di chi la chemio non riesce a farla e la cui vita è spezzata per sempre: “Non era guarita: ma si pensava che almeno avesse imparato la lezione. Macché. Ormai doveva tenere la parte, quella della malata di cancro che lo racconta senza pudori e che d’un tratto esalta la chemio e radioterapia («le uniche cure sono quelle», ha detto) dopo aver fatto servizi giornalistici su mezzi stregoni secondo i quali i tumori andavano curati con l’aloe, con estratti di veleno di scorpione e altre scemenze propinate a milioni di telespettatori.”
Facci conclude parlando di Metodo Toffa come nuova frontiera del giornalismo e di un libro denso di positivismo surreale. L’inviata del programma di Italia1 sceglie Twitter per replicare: “Gentilissimo signor Filippo Facci, non si disturbi a intervenire nel dibattito nobody ask you stia sereno nelle sue cose. Non si scomodi. Grazie mille, sicura che si ritirerà nelle sue stanze. Le persone a volte si rendono protagoniste di eventi che nulla c’entrano con loro per avere forse un po’ di visibilità chissà ma ce ne facciamo una ragione rifiutandone la presenza imposta. Tutto qui. Quando uno parla senza essere interpellato è una necessità fermarlo. Andrebbe evitato per costringerlo a trovare notizie vere senza scavare nel nulla cosmico.” Per poi concludere: “Lui può dire quello che vuole ma se uno prova a trasformare qualcosa di brutto in un dono non bisogna criticare. Molti malati di cancro ci provano perché non hanno alternativa. Sanno di poter morire da un giorno all’altro come la sottoscritta eh.”