“L’antropocene sarà ricordata come l’era geologica della plastica, inventata dell’Homo sapiens (?) nel 1957”
Prof. Silvestro Greco, Direttore Stazione zoologica “Anton Dohrn”
Al Forum Internazionale sulla Economia dei Rifiuti (Ischia 2018), organizzato dal Consorzio PoliEco e giunto alla sua 10a edizione, i dati presentati sull’inquinamento dei mari provocato dalle plastiche sono allarmanti ma sono solo una piccola parte del problema reale dell’oceano immenso dei rifiuti (industriali) senza corretta gestione nel mondo intero.
Io sono nato nel 1957. In soli 61 anni la plastica ha cambiato faccia alla vita dell’intero pianeta: siamo arrivati ad una produzione mondiale di oltre 400 milioni/tonnellate di plastica di cui non più di un terzo correttamente riciclato o smaltito. Oggi 5,25 miliardi di miliardi di microframmenti di plastica galleggiano sulla superficie dei nostri oceani, piccola percentuale dei circa 13 milioni di tonnellate di plastiche che danneggiano tutte le forme di vita ivi presenti, persino nei più profondi fondali marini.
Eppure i 300 milioni di tonnellate l’anno di plastica non riciclata costituiscono non più del 5% dell’intera massa di rifiuti prodotta ogni anno nel mondo la cui gestione è in gran parte scorretta e fuori controllo (6,5 miliardi tonnellate/anno, di cui 5,5 industriali e non più di 1 urbani).
Restando nel nostro Paese, analizzando le relazioni dei magistrati di tutta Italia impegnati nel contrasto alla gestione illecita dei rifiuti e nella lotta alle Terre dei Fuochi di tutta Italia, sempre più evidenti nel Nord, la situazione è veramente critica e, con immenso dolore, ho preso atto che non una sola parola delle mie affermazioni sin dal 2006 era priva di drammatico fondamento. Il magistrato Domenico Airoma, della Procura Napoli Nord, ha ricordato che “esistono diverse banche dati ma non abbiamo necessario coordinamento e risorse umane ed economiche che consentirebbe interventi ed indagini più rapide ed immediate”.
Basterebbe non più di 1 dei 160 milioni di euro stanziati per la ricerca dalla Regione Campania per chiudere in tempi rapidissimi le indagini e le ricerche delle Procure. Ma non lo concederanno mai perché non serve alla tutela del buon nome delle pummarole campane né ai profitti per brevetti delle ditte farmaceutiche private. Inoltre, come ho già avuto modo di spiegare, la camorra è utilizzata come alibi di una questione che rimanda alla responsabilità diretta di imprenditori che non vogliono smaltire in modo lecito i rifiuti. I roghi di vaste dimensioni all’interno degli impianti lo dimostrano.
Il magistrato Silvia Bonardi, DDA Milano, ha dichiarato che “a Milano la situazione è allarmante. Dal 2015 al 2017 ci sono stati 120 incendi negli impianti, 50 solo nel 2017. Da bresciana sono poi particolarmente preoccupata per ciò che stiamo registrando nella mia Provincia in tema di smaltimento illecito dei rifiuti e danno al territorio e alla salute”. Per il magistrato Sandro Raimondi, Procura di Trento, “in tema di indagini per il traffico illecito di rifiuti significativa è ora la traiettoria che mette in comunicazione la Germania meridionale con l’Italia settentrionale diventata sede preferenziale di smaltimento di rifiuti tossici”.
Ascoltandolo, mi tornavano in mente le parole del nostro scrittore/filosofo Luciano De Crescenzo: “Si è sempre a sud di qualcuno”. Ma anche la drammatica richiesta a me rivolta dal magistrato Federico Bisceglia, già Procuratore a Brescia, ucciso in un misterioso incidente stradale: “Dottore la prego, vada a risvegliare coscienze ed attenzione sulla tutela dell’ambiente a Brescia come ha fatto in Terra dei Fuochi in Campania: là stanno molto peggio ma ancora non se ne sono resi conto!”.
Un ulteriore drammatico appello alla indispensabile necessità di una tracciabilità dei rifiuti industriali è stato fatto dal magistrato Catello Maresca, Dda Napoli, che ha ricordato che quando la Procura ha sequestrato il Sistri non intendeva certo azzerare l’indispensabile sistema di controllo satellitare dei rifiuti industriali. Questa assenza è una delle principali cause internazionali del permanere del traffico illecito di rifiuti tossici.
“La messa in rete delle informazioni è fondamentale ma ancora di più servono uomini di polizia con competenze nella lettura delle banche dati disponibili, altrimenti niente può essere utilizzato con efficacia nelle indagini giudiziarie”, ha affermato il magistrato Alessandro Milita, Procuratore del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (CE).
Ho provato un dolore immenso nel seguire la sessione dei magistrati che hanno confermato tutte le mie dichiarazioni e i miei articoli a partire dal 2006 ad oggi. A Milita e ai vertici della PoliEco ho formalmente offerto la mia totale disponibilità a titolo gratuito per la più efficace formazione ambientale in Italia e in Europa. I dati presentati (e solo sulle plastiche: 5% del problema) certificano che non abbiamo più tempo da perdere. Sono stati confermati tutti i drammatici dati epidemiologici che certificano ormai definitivamente il martirio ambientale dei cittadini di Terra dei Fuochi.
Per completare il quadro campano mancano sempre i dati della Asl 1 Napoli centro, non ancora disponibili. Riusciranno ad essere prodotti prima della fine dell’antropocene e della nostra estinzione di massa?