Undici giorni dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri, il testo non è ancora stato inviato al Quirinale: dall'abbattimento alla ricostruzione, tutto fermo. Il governatore della Liguria: "Si può ricostruire in 12, massimo 15 mesi. Non tollereremo ritardi". Il Pd all'attacco con Renzi e Martina: "Quaranta giorni di proclami. Una follia gestire l'emergenza in questo modo"
Gli enti locali restano in attesa del decreto Genova con le misure che daranno il via alla ricostruzione del Ponte Morandi. Al momento quindi resta tutto fermo: dall’abbattimento all’avvio delle procedure per la ricostruzione, oltre alle misure per l’esenzione fiscale per le imprese e alle 500 assunzioni al ministero delle Infrastrutture. Il nodo, secondo La7 e Il Sole24Ore, riguarda le coperture di alcune misure. “Il testo sarà al Quirinale domattina”, ha detto il premier Giuseppe Conte sottolineando che “aspettiamo i riscontri del Mef e poi confidiamo di inviarlo già domani se i riscontri si chiuderanno in giornata”. Dalla legge su Genova, tra l’altro, dipende anche l’iter del decreto sicurezza visto che, come ha detto il vicepremier Matteo Salvini, “per una questione di rispetto il decreto su sicurezza ed immigrazione verrà consegnato al Quirinale un’ora dopo del decreto Genova”. Un’attesa sulla quale non si è espresso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita nel capoluogo ligure per il Salone Nautico.
Parlano, invece, il governatore della Liguria, Giovanni Toti, e il sindaco Marco Bucci. Tornando a chiedere al governo di portare al Colle il testo definitivo, approvato lo scorso 13 settembre dal Consiglio dei ministri: “Il punto che sta bloccando il decreto lo dovete chiedere al governo“. Dal momento della firma del Quirinale ci vorranno altri 10 giorni per avere il nome del commissario straordinario, che il ministro Gian Marco Centinaio afferma che debba essere “un tecnico”.
“Chi sarà? Vedremo quando sarà pubblicato questo decreto che si annuncia da molti giorni e di cui non c’è traccia, e nemmeno Mattarella ne ha traccia – ha detto Toti a Rtl 102.5 – Aspettiamo un decreto dunque che era partito molto male, senza di noi. Poi abbiamo lavorato anche insieme a Conte per una serie di misure per la ricostruzione con soggetti interessati, soggetti che avevano il dovere di farlo. Poi il governo ha preso un’altra strada“. Il ponte, ha aggiunto, “si può ricostruire in 12, massimo 15 mesi. Non tollereremo ritardi”. Al presidente Mattarella “abbiamo spiegato le nostre esigenze e cosa abbiamo chiesto al governo – ha detto invece Bucci – Il capo dello Stato ha capito e sono certo che, non appena il decreto arriverà sul suo tavolo, farà il suo dovere nel migliore dei modi”.
Poi Toti ha avvertito sul nodo legato alle gare pubbliche per assegnare i lavori: “Se non verranno svolte potremmo avere molti ricorsi, in primis quello di Società Autostrade. Fincantieri piace a tutti noi, è di Genova ma secondo noi vanno messe insieme più aziende, per esempio Autostrade che per legge al momento è ancora concessionaria di 3mila di chilometri di rete, compreso il ponte Morandi. Poi se i vertici hanno sbagliato devono pagare”, ha affermato il governatore della Liguria.
Di “40 giorni di proclami” parla invece Matteo Renzi:” Il decreto legge annunciato come già chiuso dal premier, dieci giorni fa, è sparito – dice l’ex premier – E nessuno sa che fine ha fatto. Il Governo ha proclamato guerra a Autostrade, ai poteri forti, ai governi precedenti. Ma qualcuno che spieghi dove hanno nascosto il decreto lo troveranno? Non è una favoletta, è una tragedia continua”. La città “viene lasciata sola”, afferma il segretario del Pd Maurizio Martina parlando di “follia” nel “gestire l’emergenza in questo modo”.