Sul Garda si consuma l’ultimo scontro interno al M5S tra ministri e ministeri del Governo. Il 15 settembre Danilo Toninelli, titolare delle Infrastrutture, ha annunciato la volontà di bloccare perché “concettualmente vecchie e superate” due opere dell’area del lago: la Tav Brescia-Verona e il cosiddetto collettore, una sorta di mega-depuratore che serve tutti i comuni della zona, con i suoi oltre 25 milioni di turisti annui. Toninelli ha spiazzato e allarmato non solo i sindaci ma tutte le realtà amministrative ed economiche dell’area non tanto sulla tratta ad alta velocità, ormai in gestazione dal 1993, ma sul collettore, senza il quale “l’area rischia di trasformarsi in una bomba ecologica”, ha sintetizzato Davide Bendinelli, primo cittadino di Garda e parlamentare di Forza Italia.

Ma è stata la deputata veronese pentastellata Francesca Businarolo, a intervenire concretamente chiedendo delucidazioni al ministro competente in materia: Sergio Costa, titolare dell’Ambiente fortemente voluto da Di Maio. Anche perché Businarolo è contraria al collettore, come Toninelli. Così ha presentato una interrogazione parlamentare al ministero dell’ambiente chiedendo, tra l’altro, di stralciare il progetto. Ma il ministro Costa non ha neppure tenuto in considerazione la proposta di modifica e ha risposto in maniera lapidaria. Il dicastero, peraltro, aveva già ampiamente approvato il progetto. Costa ha garantito “monitoraggio e attenzione” sul collettore e in appena tre giorni dalle dichiarazioni di Toninelli è arrivata la risposta dal sottosegretario di Stato all’ambiente, anche lui deputato M5S, Salvatore Micillo. Una risposta chiara e rassicurante: il progetto è stato approvato e “punta a migliorare il servizio di raccolta, trasferimento, trattamento e gestioni dei reflui” al fine del “più generale obiettivo di salvaguardia ambientale del Lago” con “conseguente miglioramento della qualità delle acque, della fauna e flora”. E ci sono pure i soldi per realizzarlo.

Anzi, quanto necessario è già stato stanziato, scrive nella risposta Micillo: “Una quota di risorse pari a 100 milioni è stata destinata all’intervento di collettamento e depurazione del Lago di Garda”. Non basta. Il ministero dell’Ambiente ricorda di aver “approvato gli atti di programmazione nonché impegnato la somma in data 4 giugno 2018”. Insomma, il messaggio, neanche troppo velato, è chiaro: proseguite tranquilli, lasciate perdere le dichiarazioni di Toninelli.

Sul Garda non hanno atteso oltre. Due giorni dopo la risposta si è riunito il tavolo tecnico per il collettore al quale siedono tutti i soggetti interessati e coinvolti all’opera tra cui le società di gestione del servizio idrico integrato (azienda Gardesana e Acque Bresciane), le Regioni Veneto e Lombardia.

Perché se il ministero, dopo l’approvazione del Cipe, ha stanziato 100 milioni, i restanti 120 arrivano dagli enti del territorio. L’obiettivo, ha spiegato Angelo Cresco, presidente di Ags (Azienda gardesana servizi), è “concludere la fase di progettazione e avviare i cantieri entro il primo semestre del 2019”. Mentre il direttore generale, Carlo Alberto Voi, ha ricordato “il limite temporale fissato in otto anni per poter utilizzare i fondi già stanziati”. Nonostante le rassicurazioni dal ministero dell’ambiente il sindaco di Garda, Bendinelli, non abbassa la guardia: “Stiamo parlando di sistemare un collettore già in funzione da quaranta anni e non di realizzare un’opera nuova, dobbiamo semplicemente aggiornare ai flussi attuali un sistema che ha funzionato benissimo e al quale non possono essere trovate delle alternative altrettanto valide”. Per “sicurezza”, Bendinelli sta cercando sostegno tra le fila della Lega “perché va tutelato il territorio: il collettore è una scelta ambientale”.

Secondo Toninelli si potrebbe sostituire con dei mini depuratori da installare nei Comuni per ripulire le acque e poi versarle nel lago? “Basterebbe sapere che alcune amministrazioni hanno creato dei depuratori che trasformano l’acqua del lago in acqua potabile, ipotizzare di sversare le fognature nel Garda sarebbe un ritorno al passato: il collettore convoglia i reflui di una cinquantina di paesi tra Brescia e Verona e li porta fino al Po, ben distanti dagli agglomerati abitati e soprattutto in luoghi in cui possono essere utili”. Sul Garda “ogni anno abbiamo 25 milioni di turisti, Toninelli forse tutto questo lo ignora”.

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