L'accusa è corruzione. L'indagine era nata da un colloquio del genero con Parnasi, "preparato" dal presidente del Comitato olimpico
La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per il presidente del Coni, Giovanni Malagò, accusato di corruzione nell’inchiesta sul nuovo stadio che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle. Il nome di Malagò era finito nell’inchiesta in relazione ad un colloquio di lavoro che il genero ha svolto con il costruttore Luca Parnasi l’11 marzo in un circolo sportivo per trovare con l’imprenditore una possibile intesa professionale. In una informativa dei carabinieri allegata all’indagine viene detto che “Malagò ha presentato il compagno della figlia a Parnasi col preciso scopo di creargli un’occasione professionale“. Parnasi, come noto, è il perno dell’inchiesta sullo stadio di Roma e si trova dal 20 luglio agli arresti domiciliari. L’altro nome “forte” coinvolto nell’indagine è quello di Luca Lanzalone, ex consulente dei Comuni di Livorno e Roma (entrambi retti da giunte M5s) e poi presidente dell’Acea, partecipata del Campidoglio.