Il reddito di cittadinanza deve essere uno dei punti chiave della prossima legge di bilancio, insieme a pensione di cittadinanza, quota 100 per l’uscita dal lavoro e misure per risarcire i risparmiatori truffati dalle banche, altrimenti il M5S non voterà la nota di aggiornamento al Def in Consiglio dei ministri e farà mancare i propri voti anche in Parlamento. L’altolà, secondo quanto apprendono le agenzie da fonti parlamentari, è arrivato direttamente dal vicepremier Luigi Di Maio, che martedì sera ha riunito i ministri pentastellati per fare il punto sull’agenda economica. Al tavolo c’erano Giulia Grillo, Alberto Bonisoli, Danilo Toninelli, Barbara Lezzi, Elisabetta Trenta e Alfonso Bonafede, oltre alla sottosegretaria al Mef Laura Castelli.
A due giorni dalla scadenza ufficiale per la presentazione della Nota di aggiornamento al Def, che delinea i confini contabili della manovra, il leader dei Cinque Stelle ricorda che “deve essere votata dal Cdm e dal Parlamento e se sarà “non coraggiosa” non avrà i voti del Movimento. La presa di posizione arriva nel giorno in cui dal Carroccio è arrivata la proposta di Guido Guidesi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, di condizionare l’erogazione del reddito di cittadinanza all’Isee, cosa che restringerebbe molto la platea degli aventi diritto.
“Per me non ha senso parlare solo di deficit – avrebbe aggiunto Di Maio durante la riunione secondo le agenzie – Si deve scommettere sulla crescita. E dare risposte ai bisogni dei cittadini. Con l’11% di disoccupazione non possiamo che puntare sugli investimenti e sulla crescita di qualità“. Secondo Di Maio, infatti, “solo puntando alla crescita si può ridurre il debito. Le ricette del passato hanno solo aumentato il debito pubblico”.
Da New York il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha commentato: “Sono io che non dormo la notte se nella manovra economica non sono contenute adeguate misure per le persone che stanno soffrendo, per le questioni di equità e giustizia sociale. La crescita economica ci spetta di diritto, possiamo competere in maniera efficace con altri Paesi. Stiamo lavorando per avere un grande futuro. Sono convinto che con alcune riforme ben calibrate si possano liberare potenzialità economiche del Paese”.
“Faremo partire in maniera differenziata pensioni e reddito di cittadinanza. Da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l’impiego con il reddito di cittadinanza erogato”, aveva annunciato Di Maio a Porta a Porta, spiegando che nel dibattito sul deficit di bilancio per il 2019 “dispiace che si stia parlando di decimali quando sono un punto di partenza e non di arrivo, non dobbiamo tenere conto solo” dei mercati. Ritornando a parlare del caso della Francia che ha deciso di impostare la manovra sul rapporto del 2,8%, Di Maio ha spiegato che questa decisione “ci ha dimostrato che i dogmi europei sull’austerità sono superati”. Prima “di pensare ai numerini pensiamo ai cittadini”, ha aggiunto osservando che il numero del deficit “non è una sfida” all’Europa. Confermando che non “sarà una manovra irresponsabile” il vicepremier ha sottolineato che il governo sta quantificando “tutte le risorse che dovranno venire soprattutto dai tagli”.