La Nota di aggiornamento al Documento di economia finanza, giovedì 27. Poi il Documento programmatico di bilancio da inviare alla Commissione europea e all’Eurogruppo, seguito a stretto giro dalla legge di Bilancio vera e propria. Che entro il 20 ottobre deve approdare in Parlamento per le modifiche. L’esame va concluso entro la fine dell’anno, pena l’esercizio provvisorio. Sono le prossime tappe del ciclo di bilancio che ruota intorno alla prima manovra del governo gialloverde.
Nella Nota al Def il menù della manovra. E la scelta finale sul deficit – Il ciclo di bilancio riformato a livello europeo nel 2011 prevede un calendario comune tra i Paesi Ue per rendere più efficiente la sorveglianza della Commissione sui disavanzi. Entro il 27 settembre il governo presenta alle Camere la Nota di aggiornamento al Def, che quest’anno è particolarmente attesa perché il Documento di economia e finanza di aprile è stato messo a punto dal governo uscente che si è limitato a compilare la parte “a politiche invariate“. La Nota, primo documento ufficiale di bilancio sottoscritto dal nuovo titolare del Tesoro Giovanni Tria, conterrà l’aggiornamento delle previsioni macroeconomiche e degli obiettivi programmatici (i risultati che l’esecutivo intende raggiungere con la manovra) su tutti gli aggregati di finanza pubblica: dal pil alla spesa al debito pubblico al deficit. Giovedì prossimo dunque cadrà il velo sul parametro che nelle ultime settimane è stato al centro dello scontro tra i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che chiedono di portarlo sopra il 2%, e il ministro dell’Economia intenzionato a non salire oltre l’1,8 per cento rispetto allo 0,8% tendenziale.
La Nota al Def conterrà anche l’indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra per il prossimo triennio, con relativi effetti finanziari in termini di maggiori entrate o maggiori spese. Un vero e proprio “menù” della legge di bilancio, insomma. In allegato vanno anche elencati gli eventuali disegni di legge collegati alla manovra: la “pace fiscale” potrebbe seguire questo percorso.
Entro il 20 il ddl di Bilancio alle Camere – Il piatto forte arriva ad ottobre: entro il 15 il governo deve presentare a Commissione ed Eurogruppo e trasmettere alle Camere il progetto di Documento programmatico di bilancio con il riassunto dei contenuti della manovra, l’obiettivo di saldo di bilancio e gli obiettivi di entrata e spesa. Entro il 20, poi, deve arrivare alle Camere il disegno di legge di bilancio, articolato in una sezione con le misure per realizzare gli obiettivi programmatici e una con le previsioni di entrata e spesa. In Parlamento inizierà a quel punto la presentazione e discussione degli emendamenti, che come ogni anno cambieranno in parte il volto della finanziaria. Il via libera finale deve arrivare entro fine anno: in caso contrario si va all’esercizio provvisorio. In quel caso il governo, per non più di 4 mesi, dovrebbe procedere a vista, gestendo solo le spese ordinarie e con margini estremamente ridotti. Entro gennaio vanno presentati gli eventuali disegni di legge collegati alla manovra.
A maggio le pagelle della Ue – Nel frattempo inizierà, come ogni anno, l’esame di Bruxelles. Entro il 30 novembre la Commissione europea adotta un parere sul documento programmatico di bilancio. Ogni Paese è “invitato” a tenerne conto e modificare di conseguenza la manovra. Non dar seguito alle indicazioni è una circostanza aggravante nel caso in cui, in seguito, risulti che quello Stato presenta un disavanzo eccessivo. La procedura del semestre europeo continua l’anno successivo: entro il 30 aprile vanno inviati a Consiglio e Commissione Ue il programma di stabilità e il programma nazionale di riforma. A maggio la Commissione europea valuta i programmi nazionali e entro la fine del mese presenta le sue “pagelle”, accompagnate da raccomandazioni specifiche Paese per Paese. Contestualmente arrivano le previsioni macroeconomiche di primavera. A giugno il Consiglio europeo discute e approva le raccomandazioni.
Grafico: Camera dei deputati