Televisione

L’Eredità, è Carlo Conti ad aprire la nuova edizione: ricorda Fabrizio Frizzi e consegna le “chiavi” a Flavio Insinna (che conduce col freno tirato)

La comprensibile decisione di puntare su una conduzione con il freno tirato però finisce per non accontentare nessuno: chi lo ama non lo riconosce e chi non lo ama non lo avvicina ai Conti, Amadeus e Frizzi. Perché la differenza, non da poco, è nel ruolo: Insinna non è un conduttore ma un attore

di Giuseppe Candela

“Ecco una nuova edizione de L’Eredità che sta per iniziare. Io cosa faccio in questo studio? Ho fatto tante volte il pilota, il co-pilota e ho consegnato le chiavi al nostro grande amico Fabrizio che ci ha fatto un terribile scherzetto. A lui sono intitolati gli studi dalla quale va in onda questo programma. E allora ti consegno le chiavi”, Carlo Conti ha aperto così la nuova edizione de L’Eredità passando il testimone a Flavio Insinna. Proprio lui che da mesi è al centro delle polemiche, una decisione che in molti hanno ritenuto inopportuna ma che l’ex dg Orfeo e l’attuale direttore di Rai1 Teodoli hanno difeso con forza.

E l’eredità è pesante per il conduttore romano considerato professionalmente “l’anti-Frizzi”, lo sarebbe stato per chiunque. Gioca in sottrazione, punta sul basso profilo ma appiattisce il quiz portandolo su toni da messa cantata. Viene fuori un Insinna algido e senza personalità. Manca di scorrevolezza e non riduce la quantità di parole. Logorroico e lontano dal silenzio, non sbraga per evitare stroncature ma si concede solo una citazione finale prima del Tg1.

La comprensibile decisione di puntare su una conduzione con il freno tirato però finisce per non accontentare nessuno: chi lo ama non lo riconosce e chi non lo ama non lo avvicina ai Conti, Amadeus e Frizzi. Perché la differenza, non da poco, è nel ruolo: Insinna non è un conduttore ma un attore, dove riesce a dare il suo meglio. L’occhio di bue puntato, lui al centro della scena. In un quiz il presentatore è solo il tramite e non il protagonista.

Pensare che non debba più lavorare dopo le rivelazioni di Striscia la notizia è giustamente fuori da ogni logica. Errare umano, per citare un modo di dire. Infatti le opportunità a Viale Mazzini sono state concesse anche dopo la chiusura di Affari tuoi per bassi ascolti: Prodigi, La strada senza tasse, Il supplente, Dieci Cose, Carta Bianca, Tutti a scuola, Dopo Fiction. Quasi tutti esperimenti flop. Il punto è che non solo sembra inadatto a L’Eredità ma la scelta di puntare su di lui viene vista da alcuni, soprattutto dagli estimatori di Frizzi, come uno schiaffo al pubblico. Sostenitori della logica: “Va bene tutto ma proprio al suo posto?”. Scorrendo i commenti sui social si fatica a trovarne di positivi perché la sensazione è quella di una appropriazione indebita. Solo il tempo e le performance di Insinna potranno “rasserenare” il clima.

L’Eredità è una macchina da guerra, non a caso il quiz più longevo della tv. Funziona nei suoi giochi, praticamente gli stessi, e con la forza finale della ghigliottina. Un format blindato, ieri con visibili tagli al montaggio, trainato dalla buona perfomance estiva di Reazione a Catena e con una concorrenza, quella di Caduta Libera, inchiodata da giorni al 12-13% di share. Il verdetto alla prima ha sancito la tenuta del quiz anche con la conduzione di Insinna con 3.7 milioni di telespettatori e il 23,4% di share, un risultato più basso di Reazione a Catena ma soprattutto da segnalare che su Canale 5 Scotti si è riportato a quasi il 18% di share. L’auditel ha dunque lanciato i primi segnali ma per valutazioni più ampie bisognerà attendere qualche settimana.

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