Google sta usando l’Intelligenza Artificiale per prevedere le alluvioni e avvisare per tempo la popolazione. Il nuovo strumento è già attivo nella regione di Patna in India, e si aggiunge a quelli già esistenti, basati però su dati presi da agenzie pubbliche – che vanno ad alimentare il programma Google Public Alert.
Per ottenere le previsioni Google usa i dati storici riguardo alle precipitazioni e le simulazioni di alluvione. Con questi alimenta un sistema di machine learning che poi offre la propria previsione riguardo ai possibili disastri naturali. “Con questi dati”, scrive il Vice Presidente Yossi Matias, “abbiamo creato un sistema di previsione per le piene dei fiumi che ci dice con più precisione non solo dove e quando ci potrebbe essere uno straripamento, ma anche la gravità dell’evento”.
Per sviluppare il progetto, Google ha collaborato con la Central Water Commission, parte del governo indiano, realizzando quello che viene già definito una “pietra miliare” nella gestione delle acque e nella mitigazione dei danni. Usare l’intelligenza artificiale per queste previsioni può aiutare a rendere questi avvisi più utili e, in ultima analisi, a salvare più persone.
Nessuna delle due entità, Google e la CWC, avrebbe potuto operare in autonomia: entrambe hanno dato un apporto determinante alla realizzazione del progetto. In particolare, la realizzazione del progetto è stata possibile grazie al National Hydrology Project (NHP), un insieme di informazioni che il governo indiano ha raccolto e organizzato tra il 2016 e il 2017, proprio con l’obiettivo di migliorare le conoscenze sul sistema idrico e l’accessibilità a tali informazioni. Google ha potuto sfruttare questo database per alimentare i propri sistemi AI.
C’è inoltre un interesse scientifico in questo tipo di attività: la previsione di disastri naturali, infatti, rappresenta una sfida particolarmente complessa per le AI e un terreno di prova ideale per i nuovi algoritmi, che per produrre il risultato (la previsione) devono elaborare e dare un senso a una quantità di dati particolarmente grande e complessa.
Per Google si tratta anche di migliorare il proprio servizio di base, vale a dire fornire informazioni ai propri utenti; sapere se ci sarà un disastro naturale, quando, dove e quanto sarà grave sono informazioni molto importanti per ognuno di noi, e di conseguenza Google ha interesse nell’aggiungerle al proprio carnet.
L’azienda californiana tuttavia non è l’unica impegnata in questo settore. Microsoft e IBM hanno progetti simili, ed ci sono numerose ricerche universitarie che vanno nella stessa direzione. Stando a quanto scritto nel blog di Google, l’introduzione di algoritmi AI e della grande potenza di calcolo dei suoi elaboratori porta a modelli di previsione più precisi, intrinsecamente migliori rispetto a quelli esistenti.
È interessante anche notare che la Central Water Commission, così come altre autorità equivalenti nel mondo, difficilmente sarebbe in grado di offrire strumenti altrettanto potenti e utili. Un esempio in cui la collaborazione tra pubblico e privato può effettivamente portare a un servizio migliore per i cittadini, senza necessariamente avere costi in più sulle casse pubbliche – sempre che società come Google continuino ad offrire gratuitamente il proprio contributo.