La febbre della pallavolo ha fatto presa su una città malata di calcio. Appuntamento mercoledì sera, ore 21.15 (diretta su Raidue) per la sfida conto i serbi, prima partita per gli azzurri nel pool da cui usciranno due squadre che si giocheranno la coppa
Il PalaAlpitour di Torino è sold-out. La febbre del volley ha fatto presa su una città malata di calcio. Appuntamento mercoledì sera, ore 21.15 (diretta su Raidue) per Italia-Serbia, prima partita per gli azzurri nel pool da cui usciranno due semifinaliste dei mondiali di pallavolo maschile. E qualche ora prima, alle 17 (sempre in diretta su Raidue), sarà la volta dei campioni olimpici del Brasile contro i campioni d’Europa della Russia. Pallavolo di alti livelli, altissimi, per questa final six: “A questo punto del torneo più o meno tutte le nazionali sono lì – spiega il capitano e uomo immagine degli azzurri, Ivan Zaytsev – Chi può contare sulla forza fisica, come i russi, punta su quello. Altri puntano sulla tecnica e noi puntiamo su noi stessi”. Secondo lo Zar il “pool J” con Serbia e Polonia (match venerdì sera) non è più semplice del pool I con Brasile, Russia e Stati Uniti: “Per arrivare sul tetto del mondo bisogna giocare con tutti e vincere con tutti”. Il primo scoglio, quindi, sarà la Serbia: “Se la ricezione va bene bisognerà fare attenzione a tutti i giocatori. Sicuramente i punti di riferimento sono Atanasijevic e i centrali”. Il primo, Aleksander Atanasijevic, detto “Bata”, era l’opposto che nella Sir Safety Perugia ha soffiato il ruolo a Zaytsev, obbligando quest’ultimo a giocare come schiacciatore-ricevitore. A Perugia Atanasijevic è l’idolo della curva, come lo era l’opposto italiano prima di passare al Modena, la Juventus della pallavolo.
Bata non è l’unico serbo del milita nel nostro campionato e non è l’unico da cui guardarsi: “La Serbia è molto forte, piena di giocatori della Superlega italiana”, ha detto l’allenatore dell’Italia, Gianlorenzo Blengini, che torna nella sua Torino. Sempre a Perugia c’è il centrale Marko Podrascanin. Uros Kovacevic è lo schiacciatore mancino del Trentino Volley, dove la prossima stagione giocherà anche il centrale Sreko Lisinac. Il capitano dei serbi si chiama Nemanja Petric e ha lasciato il cuore a Modena, di cui è stato capitano. Il vice di “Bata”, Dusan Petkovic, gioca nel Sora. Insomma, sono cresciuti nella nostra Superlega. E poi c’è l’allenatore Nikola Grbic, che l’Italia la conosce bene. Da palleggiatore ha passato moltissimi anni in Italia tra Cuneo, Treviso, Trento, Milano e Piacenza. Col fratello Vladimir era una colonna della Yugoslavia che nel 1998 perse la finale dei mondiali contro gli azzurri, che si aggiudicarono il loro terzo mondiale consecutivo. Oggi allena il Blu Volley Verona e la Serbia: “Giocare in un palazzetto pieno è bello, uno spettacolo in sé – commenta – Poi noi serbi siamo fieri e orgogliosi: ci piace giocare con la gente che tifa contro, diamo il meglio”. Venerdì sarà la volta della Polonia, che ha vinto il titolo iridato quattro anni fa, e Blengini non si dice sorpreso che abbia raggiunto la qualificazione: “C’è grande equilibrio e competitività”, ha spiegato oggi ai giornalisti.
Nel “pool I” ci sono i russi, che hanno battuto gli azzurri sabato sera al quinto set. Ma ci sono anche i brasiliani che hanno sconfitto l’Italia in finale alle Olimpiadi di Rio nel 2016. Quel sestetto era capitanato da Bruno Mossa Rezende, detto Bruninho, palleggiatore passato dall’Azimut Modena alla Lube Civitanova: “Questa è una fase in cui è difficile scegliere quale sia l’avversario migliore. Questo girone ci carica ancora di più. Noi ci siamo, siamo cresciuti”. Oltre ai reduci delle Olimpiadi di Rio, bisognerà tenere d’occhio ad alcuni nuovi giocatori, lo schiacciatore Douglas Souza e il centrale Isac Santos: “Abbiamo voglia di lavorare tanto, abbiamo aggressività e lo spirito giusto”, conclude Bruninho. “All’ultimo mondiale non ci siamo qualificati alla final six e abbiamo imparato molto”, spiega invece il capitano degli Usa, Taylor Sanders, passato da Civitanova al campionato brasiliano. Oltre a lui, sono molti i suoi compagni di squadra che militano in Italia: “È il miglior campionato del mondo e abbiamo imparato molto”. Così adesso si sentono agguerriti: “Siamo entusiasti di giocare contro le migliori squadre del mondo”. Lo spettacolo è assicurato.