Cinema

Oscar 2019, il candidato per l’Italia è Dogman di Matteo Garrone

Dopo il trionfo di Cannes e altri premi Dogman di Matteo Garrone è il film designato per rappresentare l’Italia alla selezione del Premio Oscar per il miglior film in lingua straniera alla 91esima edizione degli Academy Awards. A sceglierlo è stata la commissione di selezione per il film italiano da candidare all’Oscar istituita dall’Anica lo scorso giugno, su incarico dell’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, riunita davanti a un notaio e composta da Nicola Borrelli, Marta Donzelli, Gian Luca Farinelli, Antonio Medici, Silvio Soldini, Maria Carolina Terzi, Maria Sole Tognazzi, Stefania Ulivi, Enrico Vanzina. L’annuncio delle nominations è previsto per il 22 gennaio 2019, mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles domenica 24 febbraio 2019.

Un film che ha colpito critica e pubblico. Scriveva Anna Maria Pasetti dalla Croisette per il fattoquotidiano.it: “La storia di Marcello – interpretato in modalità indescrivibile a parole (perché va visto…) da Marcello Fonte  non è la ricostruzione del fatto di cronaca di trent’anni fa legato al cosiddetto “Canaro”, ma di esso esprime solo lo spunto per l’ispirazione di un racconto generato interamente nel “serbatoio mentale e passionale” di Garrone, parecchi anni fa, antecedente a Gomorra. “E meno male che non l’ho fatto a quel tempo, avrei sbagliato tutto!” esclama il cineasta romano che nel frattempo è diventato padre (“fondamentale per scrivere questo film”), ha trovato la location giusta vicino a Castelvolturno e soprattutto ha scoperto nell’attore calabrese Fonte l’unico possibile Dogman esistente nel suo immaginario. Sull’opera, che si configura come un gioiello assoluto in una filmografia già preziosa, ogni parola rivelatrice può suonare fuori posto ancor più che in altri film: non si tratta infatti del semplice spoiler a rovinare il piacere della scoperta bensì della consapevolezza che la traduzione verbale di tanta e tale potenza audiovisiva sia ontologicamente inadeguata, specie per chi il film ancora non l’ha visto”