Un’ampia maggioranza continua a sostenere il governo Conte a quasi 4 mesi dal giuramento al Quirinale. Eppure la priorità non sono né la flat tax né il reddito di cittadinanza. Per la gran parte degli intervistati del sondaggio settimanale di Swg per il TgLa7 il primo punto dell’agenda dell’esecutivo dovrebbe essere la riforma della legge Fornero. Più precisamente un terzo del campione, il 34 per cento, risponde che la prima questione su cui si dovrebbe concentrare il governo M5s-Lega dovrebbe essere quella delle pensioni. Staccati, anzi, doppiati i due “cavalli di battaglia“, uno per ciascuna parte della maggioranza: per il 17 per cento la priorità è la flat tax, per il 16 il reddito di cittadinanza. Uno su cinque risponde invece che nessuna di queste è la priorità. Va tenuto in considerazione che il campione è totale, non limitato all’elettorato di M5s e Lega.
Come andrebbe alle urne se si dovesse votare oggi? I dubbi, ancora oggi, sarebbero molto pochi. La maggioranza parlamentare è legittimata almeno dalle rilevazioni demoscopiche. Il primo partito resta la Lega che riprende quota, tornando al 32 per cento con un aumento dello 0,4 in una settimana. Piuttosto stabile il Movimento Cinque Stelle che resta poco sotto al 29 (28,6, un pelo meno della scorsa settimana). Più problemi sembra avere il Partito Democratico che cala sensibilmente anche rispetto al 4 marzo: la Swg lo dà al 16,3 per cento con una flessione dello 0,6 in 7 giorni.
Il balzo più alto della settimana, invece, lo fa Forza Italia e anche senza prove scientifiche è difficile non ricordare come siano stati i giorni in cui dopo molto tempo è tornato sulla scena pubblica il suo presidente, Silvio Berlusconi. Fi guadagna oltre un punto in una settimana e torna un po’ sopra l’8 per cento, risultato comunque parecchio preoccupante. D’altra parte quello della Lega è una specie di aspiravoti: ne fanno le spese gli azzurri ma anche i Fratelli d’Italia che in una settimana perdono lo 0,6 e scendono sotto al 4.
In questo momento sarebbero fuori dal Parlamento tutte le forze politiche dell’area del centrosinistra, peraltro tutte ingessate sui valori registrati a metà settembre: PiùEuropa è al 2,5, Liberi e Uguali al 2,4, Potere al Popolo (vera rivelazione a sinistra, in potenza) al 2,2.