Il “fronte civico” proposto dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, per arginare la Lega in Toscana non è ancora nato e si è già spaccato. E a provocare la rottura all’interno dell’alleanza di centrosinistra che dovrebbe riunire il Pd con i fuoriusciti di Mdp rappresentati dal governatore Enrico Rossi, è proprio il tema dell’accoglienza dei migranti che sarà il cavallo di battaglia della Lega in vista delle amministrative di Firenze, Prato e Livorno del prossimo anno e delle elezioni regionali del 2020. Nardella e Rossi, infatti, si sono scontrati sull’idea del Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di ospitare un Centro per il rimpatrio dei migranti (gli ex Cie oggi Cpr) per ogni Regione: il sindaco di Firenze si è reso disponibile ad ospitane uno nel capoluogo mentre il governatore è da sempre contrario perché auspica un’integrazione diffusa dei migranti. E così, dopo lo scontro tra i due leader dell’alleanza, sono arrivate le prime minacce della coordinatrice toscana di Mdp, Serena Spinelli: “Se si parte dai centri per il rimpatrio, niente fronte civico. Nardella sta scimmiottando le proposte della destra di Salvini e in questi casi la gente sceglie sempre l’originale”, dice al fattoquotidiano.it la consigliera regionale.
La spaccatura sul “fronte civico” è arrivata dopo le dichiarazioni del Ministro dell’Interno Matteo Salvini che giovedì scorso aveva definito la Toscana come “l’unico buco” nel sistema italiano dei centri per il rimpatrio degli immigrati irregolari: il contratto di governo gialloverde, infatti, prevede un centro per ogni regione e la Toscana non ne ha ancora uno. Dopo la dichiarazione di Salvini, tutti i sindaci di centrodestra – da Alessandro Ghinelli ad Arezzo fino all’ultimo arrivato Michele Conti a Pisa – si sono detti favorevoli e a loro si è accodato anche Nardella: “È una buona soluzione già individuata dall’ex ministro Marco Minniti – ha spiegato il sindaco di Firenze all’agenzia Dire – non mi tirerei indietro se si trovasse una soluzione adeguata a Firenze o nella sua area metropolitana, purché si garantiscano le risorse economiche adeguate, le compensazioni opportune e senza alcun impatto sociale sull’area circostante”. L’idea però non è piaciuta per nulla a Enrico Rossi e a Mdp che si sono sempre detti contrari ai centri per rimpatri in Toscana perché i Cie “sono stati un fallimento”: “Quello che funziona è accogliere le persone in piccoli gruppi in termini di lingua, assistenza legale e psicologica – spiega Spinelli –. In Toscana lo abbiamo già fatto mentre con i centri per il rimpatrio rischiamo portare i migranti in veri e propri ghetti. Poi, pensare di rimpatriare queste persone quando non abbiamo accordi con i rispettivi paesi di provenienza è assolutamente folle”.
L’idea del “fronte civico” era stata lanciata una settimana fa proprio dal sindaco Nardella nel suo discorso di chiusura della Festa dell’Unità di Firenze in cui aveva dato il via alla lunga campagna elettorale che si concluderà nel maggio prossimo con le elezioni per la conquista di Palazzo Vecchio. “Non è tempo di arroccarci ma di fare argine e contrattaccare – aveva detto in quell’occasione il primo cittadino – quindi ci vuole un movimento civico che vada oltre il Pd, che è forte ma non basta: dobbiamo aggiungere gli altri alla battaglia”. Il riferimento era proprio al Presidente della Regione Enrico Rossi e all’ex assessore alle Politiche Sociali, Graziano Cioni, che ha deciso di scendere in campo in vista delle prossime amministrative con la sua lista “Punto e a Capo” in grado di mettere in difficoltà il sindaco Nardella. Dopo le sconfitte nelle (ex) roccaforti rosse di Pisa, Massa e Siena, il sindaco di Firenze in queste settimane è preoccupato dall’avanzata della Lega anche nel capoluogo toscano che, insieme a Prato e Lucca, rimane l’ultima isola felice del centrosinistra in regione. Secondo quanto risulta al fatto.it, i sondaggi che girano nei corridoi di Palazzo Vecchio lasciano a Nardella un vantaggio cospicuo (circa 6-7 punti percentuali) ma non da permettergli di prenotare già la rielezione per un secondo mandato. Inoltre, il timore del comune è quello di un probabile ballottaggio contro il centrodestra che potrebbe spingere gli elettori grillini a confluire sul candidato leghista in funzione anti-Pd. Da qui l’idea di Nardella del “fronte civico” a sinistra. Che però è già morto prima di nascere.