Cinema

Tutti in piedi, godetevi una commedia su un handicap fittizio in modo tanto doloroso quanto liberatorio

di Davide Turrini

Un uomo su una sedia a rotelle (per finta), una “strafica” da conquistare, una scommessa peregrina che si trasforma in grande amore. Non ci vanno per il sottile in Tutti in piedi, il film diretto, scritto e interpretato dall’attore francese Franck Dubosc, in uscita il 27 settembre in Italia con Vision Distribution. Eppure basta superare l’apparenza iniziale del “politicamente scorretto” per arrivare al cuore tenero e romantico di una commedia sentimentale che fa pesare al contrario una menzogna sull’handicap fittizio in modo tanto doloroso quanto liberatorio.

Jocelyn (Dubosc) è un ricchissimo uomo d’affari che cura la comunicazione di marchi di scarpe sportive. Donnaiolo impenitente e bugiardo, dopo la morte della madre, cercando di mettere ordine nella casa vuota, si siede un attimo sulla sedia a rotelle materna per leggere alcune lettere lasciate da lei. Ma la bella vicina di casa lo sorprende e così inizia la sua recita nella parte dell’uomo handicappato con il solo fine di conquistarla. Quando la ragazza gli presenterà la sorella però, questa davvero costretta sulla carrozzina, per Jocelyn sarà dapprima la solita ed ennesima donna da conquistare, poi un vero e travolgente colpo di fulmine.

In Tutti in piedi la grammatica della messa in scena è si molto televisiva, ma la comicità non è di certo mai volgare o offensiva come molte testate progressiste d’oltralpe hanno voluto forzatamente segnalare. Anzi, l’incontro tra i due protagonisti scorre liscio, senza le classiche forzature da gag non sense  (qui appena accennate senza dover scadere nella reiterazione da avanspettacolo) e con un’orchestrazione ponderata di dialoghi a due per svelare lentamente tra protagonisti e comprimari il retroscena della bugia di Jocelyn. Dubosc, che è un personaggio molto seguito della tv francese, esteticamente tra Alain Delon e Pierre Cosso, nella parte del protagonista si rivela signorile ed efficace, disinvolto e fragile nel portare avanti un personaggio sulla carta scontato ma sullo schermo estremamente gradevole. Soundtrack con la hit Amore Mio di Brice Davoli che richiama il pop anni sessanta italiano.

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