L'esperimento, pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, è stato condotto nel laboratorio dell’Imperial College di Londra diretto dall’italiano Andrea Crisanti, da anni impegnato nella ricerca di un’arma efficace contro la malattia, che causa ancora oltre 200 milioni di casi nel mondo e oltre 445.000 morti, soprattutto fra i bambini
Se ancora state combattendo con qualche ferocissima zanzara che ha puntato proprio voi sappiate che un giorno potrebbe essere solo un brutto ricordo, almeno di quella specie che provoca la malaria. Un gene capace di rendere sterili le femmine delle zanzare anofele, responsabili della trasmissione della malaria, è stato trasmesso da una generazione all’altra fino ad annientare l’intera popolazione. È la prima volta – come riporta l’Ansa – che un risultato simile viene ottenuto in organismi complessi.
L’esperimento, pubblicato sulla rivista Nature Biotechnology, è stato condotto nel laboratorio dell’Imperial College di Londra diretto dall’italiano Andrea Crisanti, da anni impegnato nella ricerca di un’arma efficace contro la malaria, che causa ancora oltre 200 milioni di casi nel mondo e oltre 445.000 morti, soprattutto fra i bambini. “È un lavoro fondamentale”, ha detto all’Ansa Crisanti, e “dimostra per la prima volta come, utilizzando una soluzione di genetica, sia possibile controllare specie dannose per l’uomo. Per la prima volta la tecnologia offre all’uomo la possibilità di combattere gli insetti nocivi”. I primi test su larga scala, ma sempre in spazi confinati, potrebbero avvenire in Italia, nel laboratorio del progetto ‘Target malaria’ della fondazione Bill&Melinda Gates.
La nuova arma diretta contro le zanzare della specie Anopheles gambiae è una sorta di reazione a catena genetica, che si trasmette di generazione in generazione, al punto che nei test in laboratorio una popolazione di zanzare della specie Anopheles gambiae è stata azzerata nell’arco di 7-11 generazioni. Il primo passo è stato modificare il Dna in uno dei due cromosomi presenti nelle cellule germinali, ossia in ovuli e spermatozoi. In una particolare regione di un cromosoma è stato inserito un enzima capace di tagliare il Dna in punti precisi e programmato per tagliare la stessa regione genetica del cromosoma corrispondente.
In questo modo il cromosoma modificato, l’unico sano, è arrivato in soccorso di quello danneggiato e, nel ripararlo, gli ha trasmesso l’enzima. La storia si è ripetuta numerose volte, come prevede questa tecnica, chiamata ‘gene drive’. In questo modo i maschi delle anofele hanno trasmesso il gene modificato, che si è attivato ogni volta nelle femmine, responsabili della trasmissione della malaria, rendendole sterili. La ricerca che ha portato a questo risultato è cominciata circa dieci anni fa, quando era stata dimostrata la fattibilità della tecnologia; in seguito sono stati fatti i primi test sulle zanzare con risultati promettenti, ma che non dimostravano la possibilità di abbattere un’intera popolazione. “Adesso – ha detto Crisanti – abbiamo identificato il gene del Dna zanzare che ci permette di bloccare la capacità riproduttiva delle femmine: i maschi fertili lo trasmettono alla progenie e la popolazione collassa, come in una sorta di reazione a catena genetica”.