La stagione televisiva è appena iniziata e la cavalcata degli ascolti sarà ancora lunga, ma ci sono dati che più di altri esprimono il parere del pubblico in maniera netta. Come sta accadendo con La Prova del Cuoco gestione Isoardi: il programma ieri è tracollato al 12,4% di share con 1milione e 210mila telespettatori, con il competitor Forum che vola al 17,3%. Rispetto alla prima puntata, dove l’effetto curiosità aveva fatto il suo gioco, il programma ha già perso per strada quattro punti percentuali. Se invece vogliamo fare un paragone indicativo con la passata stagione, un anno fa nello stesso giorno la Clerici realizzava 1.673.000 spettatori con il 15.1%. Per il mezzogiorno di Rai 1, insomma, questi risultati rappresentano il minimo storico.
“E’ vero, nelle prime settimane abbiamo totalizzato ascolti inferiori rispetto a quelli della passata stagione, ma comunque in linea con le previsioni della rete. E poi bisogna considerare che il programma adesso dura due ore, perché inizia mezz’ora prima. Certo, potere fare di più non dispiacerebbe a nessuno”, ha ammesso la conduttrice al settimanale Di Più Tv. Il suo obiettivo è far passare la sua rivoluzione (perché di rivoluzione si tratta, essendo cambiati i protagonisti, gli spazi e il clima) come altro: “Il prodotto è nuovo e ci vuole tempo perché entri nelle case e nel cuore della gente. Inoltre raccogliere l’eredità di Antonella Clerici non è roba da poco: colmare quello spazio e convincere chi ci vede che la mia non è una rivoluzione, ma solo una evoluzione, non è facile”.
Qualcuno, visti i risultati, auspica una virata radicale per tornare ai fasti di un tempo. Ma la conduttrice di Cuneo esclude dei cambiamenti alla formula che tanto ha voluto (e che si sta rivelando un flop): “No, cambiamenti no, al massimo qualche assestamento. Credo profondamente in questa nuova formula, nella mia squadra, nei miei compagni di viaggio. Gli ingredienti del programma ci sono già tutti, è solo una questione di amalgama. E tutti noi stiamo facendo del nostro meglio per essere all’altezza della partita. La stagione è lunga e il traguardo ancora lontano. Per chi, come me, è sempre andato in bicicletta, vale sempre la stessa regola: pedalare, pedalare, pedalare“. L’importante è non cadere e sbucciarsi le ginocchia.