“Ho giurato nell’esclusivo interesse della nazione e non di altri. E non ho giurato solo io, ma anche gli altri”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Giovanni Tria parlando al convegno di Confcommercio ‘Meno tasse per crescere’. Il titolare del Tesoro, che entro domani deve presentare in consiglio dei ministri la Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza sui cui contenuti è in corso un braccio di ferro con il Movimento 5 Stelle, ha aggiunto che “ognuno può avere un’idea dell’interesse della nazione” e “interpretare bene questo mandato è quello che stiamo cercando di fare”. Dal suo punto di vista, questo interesse consiste nel dare segnali di fiducia ai mercati. Cosa che intende fare presentando saldi di bilancio – a partire dal rapporto deficit/pil – che assicurino la stabilità finanziaria

“Siamo appena partiti con il percorso di riduzione del rapporto debito-pil”, sceso nel 2017 al 131,% dal 131,4 del 2016, ha ricordato Tria. E “bisogna stare attenti perché se uno chiede troppo, quello che guadagna lo perde in termini di pagamento degli interessi“. Tuttavia nella manovra “ci saranno interventi come il reddito di cittadinanza“, in mancanza del quale il M5s non voterebbe la Nota al Def, per permettere più facilmente le trasformazioni del tessuto produttivo che creano problemi transitori nel tessuto sociale”. Il disegno del governo “al di là delle etichette va in quella direzione”, ha precisato.

Tutte le misure in ogni caso saranno avviate gradualmente: “Le richieste vanno nella direzione della crescita, devono essere affrontate con calma e considerazione. Non ho sentito richieste non condivisibili, ma vanno attuate volta per volta. Bisogna continuare nel percorso di riduzione del rapporto debito/pil. Dobbiamo dare un segno ai mercati finanziari, a coloro che ci prestano i soldi”. Per quanto riguarda gli interventi sul fisco, “dopo aver eliminato l’aumento dell’Iva” da 12,4 miliardi previsto dalle clausole di salvaguardia “nel primo anno ci saranno interventi sul piano fiscale a favore delle piccole imprese, con provvedimenti che vanno sotto l’etichetta flat tax per andare incontro ai minimi. Negli anni successivi sarà aggredito l’Irpef, bisogna tenere in conto la congiuntura economica e cioè come tenere in ordine i conti pubblici ma al tempo stesso evitare manovre restrittive“.Bisogna poi risolvere “alcune difficoltà che si sono trovate nell’applicazione della Fornero, bisogna accompagnare l’uscita dalle imprese di un personale che è diventato molto anziano a favore dei giovani. La famosa staffetta generazionale non riguarda l’età ma le competenze”.

Nel suo complesso la legge di Bilancio “sarà una manovra di crescita, non di austerity, ma che non crea dubbi sulla sostenibilità del nostro debito. Obiettivo di questo governo è eliminare il divario tra la crescita italiana e quella del resto d’Europa, vogliamo ridurlo nel primo anno e poi arrivare a rimuoverlo”. “Ci si chiede più crescita nella stabilità finanziaria anche perché i due aspetti non possono essere separati”. Nel frattempo, l’esame del Def comincerà al Senato il prossimo 10 ottobre: secondo la presidente del gruppo Misto Loredana De Petris, è questa la decisione della Conferenza dei Capigruppo di Palazzo Madama.

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