A Denver, negli Stati Uniti, le automobili dialogano tra loro e con le infrastrutture cittadine come semafori, telecamere etc. condividendo dati sul proprio stato di salute e sulla situazione del traffico, con l’obiettivo di migliorare la vita di tutti i giorni e soprattutto diminuire gli incidenti stradali. Per il momento si tratta solo di una sperimentazione che vede coinvolte quattro automobili, ma domani saranno molte di più e potranno davvero salvare vite umane.
La tecnologia utilizzata è stata sviluppata da Panasonic, che in Giappone è già leader del settore, mentre le automobili sono Ford, ultimamente all’avanguardia per quanto riguarda lo sviluppo di tecnologie dedicate alla guida assistita e alla sicurezza stradale. Non confondete però queste automobili dialoganti con quelle a guida autonoma o semi-autonoma: i veicoli smart arriveranno molto prima e costeranno molto meno, Ford ha fatto riferimento a un aumento molto contenuto dei costi, nell’ordine di alcune centinaia di dollari.
Come faranno nel concreto le auto dialoganti ad evitare incidenti e salvare vite? Ovviamente scambieranno tra loro, più volte al secondo, dati sullo stato del proprio impianto frenante, degli airbag e di altre componenti. Questo è importante ma non decisivo: bisogna pensare non soltanto ad automobili smart ma a un’intera smart city. Non a caso questa tipologia di auto è definita V2X, (vehicle to anything), ossia capaci di condividere dati con qualsiasi infrastruttura in grado di dialogare. È questo il futuro che ci consegneranno a breve l’Internet delle Cose e le imminenti connessioni di telefonia mobile 5G.
Prendiamo ad esempio a un’automobile che non rispetta il rosso a un incrocio o una che perde il controllo e sbanda: in entrambi i casi l’incidente è molto probabile, ma domani potrebbe andare diversamente. Il guidatore con il semaforo verde riceverà un avviso dalla propria auto, e saprà che dall’altra parte qualcuno sta passando con il rosso, o che un pedone si è attardato sulle strisce pedonali.
In caso di incidente invece la scena potrebbe essere ripresa dalle telecamere smart presenti in città, al fine di dirimere velocemente il contenzioso legale. Nel frattempo i servizi di emergenza verrebbero immediatamente allertati mentre le altre automobili dirottate su percorsi alternativi onde evitare code e ingorghi.
Se vi state chiedendo se con tutto questo andirivieni di dati la vostra privacy è a rischio, la risposta di Tyler Svitak, manager del programma pilota Panasonic, è no. Al sistema interessano i comportamenti stradali e le situazioni che possono venirsi a creare, non le identità dei singoli automobilisti, il percorso fatto o lo stato della patente.
Certo, in teoria incrociando i dati sarebbe facile ricavare queste e molte altre informazioni, ma qui sta al legislatore fare in modo che ciò non accada, con leggi sulla raccolta dei dati e punizioni certe per i trasgressori. Insomma, a quanto pare anche nel mondo delle automobili il dialogo resta sempre fondamentale per risolvere o evitare problemi.