La tanto attesa bollinatura della Ragioneria dello Stato sul decreto Genova è arrivata. Fonti del ministero dell’Economia prima e poco dopo la conferma del vicepremier Luigi Di Maio da Bruxelles sbloccano l’impasse. “Mi ha scritto il premier Conte stanotte, è arrivata la bollinatura del decreto su Genova”. Il decreto urgenze, che contiene le misure per affrontare l’emergenza di Genova dopo il crollo del Ponte Morandi, ha superato lo “scoglio” delle coperture ed è ora in via di trasmissione al Quirinale. Il testo dovrebbe poi approdare alla Camera il 22 ottobre per la discussione generale, riferisce la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Il voto, invece, da martedì 23
“Non vuol dire che sarà soddisfacente, bisognerà vedere cosa c’è scritto dentro dopo questo balletto fatto in una settimana e mezzo tra un ministero e l’altro”, è stato il primo commento del governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, ai microfoni di Radio Capital. “Mi sembra che il decreto venga fatto per escludere gli enti locali – ha continuato Toti – Mi dà l’impressione che il governo voglia gestire la situazione a Roma e non in Liguria. Ma va bene tutto, siamo laici, basta che si raggiungeranno i risultati”.
Il problema del testo, riscritto più e più volte, era sulle coperture economiche. Per l’intera giornata di mercoledì, il testo è stato studiato dalla Ragioneria generale dello Stato, che doveva verificare che tutte le spese previste (per la ricostruzione e per gli eventi straordinari) fossero coperte. Un’attesa che il presidente della Liguria aveva definito imbarazzante. Ma proprio il presidente del Consiglio aveva garantito che il governo avrebbe mantenuto le promesse fatte alla città e ai lavoratori e che l’attesa era dovuta.
Il testo è ora al Quirinale sarà poi analizzato dal presidente Sergio Mattarella, che nei giorni scorsi ha garantito che non sarebbe stato fermo un minuto più del necessario. A questo punto la firma potrebbe arrivare a breve, magari anche venerdì. “Per fare un decreto su questo, ci vuole tempo – aveva detto a La7 il sottosegretario per le Infrastrutture e i Trasporti, Armando Siri (Lega) – Io credo che se non mercoledì, giovedì mattina il decreto arriverà al presidente Mattarella. E sarà un decreto che risponderà a quello che la città e la gente di Genova si aspetta. Il Commissario lo sceglierà il Presidente del Consiglio, ha dieci giorni di tempo, lasciamo che sia lui a decidere”.
“Mi auguro che venga indicato il nome del Commissario quando esce il decreto o immediatamente dopo, in modo da recuperare tempo – dice il viceministro alle infrastrutture Edoardo Rixi – Serve un manager che sappia affrontare situazioni di emergenza, con capacità professionali importanti e che ci si dedichi a tempo pieno, per realizzare il ponte velocemente. Condivido le esclamazioni dei miei concittadini genovesi: abbiamo bisogno di un ponte”. Proprio per quanto riguarda il nuovo ponte, comunque, i tempi non saranno brevi. Lo stesso ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, intervenendo ieri al question time alla Camera, ha detto che “le attività indispensabili per la ricostruzione non potranno che seguire al dissequestro dell’area”. L’area, infatti, è ancora sotto sequestro da parte della Procura ed oggetto di incidente probatorio“. E i periti nominati nell’incidente probatorio solo sui reperti e sui monconi avranno due mesi di tempo.
Mercoledì e nei giorni scorsi la situazione di limbo e l’incertezza aveva creato malcontento degli sfollati della zona rossa. “Il mondo del lavoro, del commercio e delle professioni, del porto è ferocemente arrabbiato – spiegava il presidente del Comitato degli sfollati Franco Ravera – per questo siamo pronti ad andare a protestare sotto qualche palazzo ma anche a Sant’Ilario, sotto casa di Grillo. Quella del ponte Morandi è una ferita che va sanata. Noi sfollati siamo la carne viva intorno alla ferita, la parte più dolorante. Poi c’è una zona che piano piano si sta allargando. Se il destino è quello di affondare Genova, il Governo ci sta riuscendo”.