"Un tonfo", è la lettura che la Bild dà del voto di martedì. Mentre a Berlino il Tagesspiegel parla di uno "choc". “La base di potere della cancelliera diventa sempre più sottile”, spiega invece a Der Spiegel il politologo tedesco Frank Decker
Angela Merkel è sempre più debole. La nuova e inaspettata spallata al governo è arrivata martedì pomeriggio dagli stessi deputati del gruppo Cdu-Csu al Bundestag: dopo 13 anni è stato silurato Volker Kauder, fedelissimo della cancelliera, e scelto come nuovo capogruppo il 50enne Ralph Brinkhaus. Un segnale di sfiducia che i parlamentari dello stesso partito cristiano-democratico e del suo alleato bavarese hanno voluto mandare ai loro leader, la Merkel e il ministro dell’Interno Horst Seehofer. E che arriva a pochi giorni di distanza dal caso Maassen, mentre gli ultimi sondaggi dell’istituto Insa pubblicati domenica scorsa dalla Bild dicono che la Grosse Koalition oggi non arriva neanche al 45% dei consensi, lontana dall’avere una maggioranza in Germania.
“Un tonfo per Merkel”, è la lettura che la stessa Bild dà al voto di martedì. Mentre a Berlino il Tagesspiegel parla di uno choc e di una fiducia nella cancelliera che sta “naufragando”. “La base di potere della Merkel diventa sempre più sottile”, spiega invece a Der Spiegel il politologo tedesco Frank Decker. Per la prima volta infatti, è stato il suo stesso partito a far mancare il sostegno ad Angela. La rielezione di Kauder pareva scontata e la stessa cancelliera ci aveva messo la faccia, dicendo chiaramente ai suoi deputati di aver bisogno della rielezioni del suo scudiero, “così da avere una base stabile per portare avanti il mio lavoro in Germania”.
La sua base però non l’ha ascoltata e ha preferito sfruttare l’occasione per esprimere il malcontento del partito a un anno dalle elezioni federali. Così è stata sacrificata la testa di Kauder per scegliere Brinkhaus che ha ricevuto 125 voti contro i 112 del suo sfidante. Decisiva è stata anche la fronda interna alla Csu: pure i leader del partito bavarese, da Seehofer al capogruppo Alexander Dobrindt, si erano espressi per la rielezione di Kauder, senza però fare presa sui deputati. Così, come mai era successo negli ultimi 30 anni, è arrivato il cambio al vertice della più importante frazione del Bundestag già al termine del primo anno di legislatura.
Perché la Merkel ha perso il controllo del suo partito? La maggior parte dell’Unione si è stancata. Ne ha avuto abbastanza delle liti tra la cancelliera e Seehofer, soprattutto perché i risultati dei sondaggi nel frattempo segnano un costante peggioramento. E la questione della rimozione del capo dell’intelligence Hans-Georg Maassen dopo le rivolte neo-nazi di Chemnitz è stata percepita come il punto più basso di questo scontro. Grazie alla protezione di Seehofer, Maassen era stato di fatto promosso a Segretario di Stato nel ministero dell’Interno, nonostante le frasi in cui aveva smentito la cancelliera e derubricato le proteste xenofobe a “false informazioni”. Dopo le aspre critiche il dietrofront, con la nomina di Maassen a Rappresentante speciale per le domande europee e internazionali e le scuse della stessa Merkel: “Avevo fatto un errore”.
La base dell’Unione imputa al governo anche il fallimento nella gestione della questione migranti che ha catalizzato il dibattito. Così, sostengono, si è finito per favorire l’ultradestra dell’Alternative für Deutschland, mentre sono stati troppo a lungo tralasciati gli altri temi e propositi previsti nel contratto di coalizione. Errore certificato appunto dai sondaggi, dove l’Unione ha perso più di 5 punti rispetto al risultato delle urne un anno fa: ora, con l’alleato Spd al 16% secondo i rilevamenti Insa, la Grosse Koalition è addirittura ferma al 43%. Centrodestra e centrosinistra insieme non esprimono più una maggioranza. Una situazione finora anomala in Germania, mentre l’Afd sale seconda Insa addirittura al 18% dei consensi.
Di fronte a questi numeri, i parlamentari di Cdu e Csu non ha nessuna intenzione di tornare a nuove elezioni. Così hanno trovato una valvola di sfogo nel voto del gruppo parlamentare. La scelta di Brinkhaus, esperto di questioni economiche, è tra l’altro tutto fuorché anti-merkeliana. Tanto che lo stesso neo-capogruppo si è affrettato a specificare come “la frazione è molto ferma dietro Angela Merkel”. Sulla carta però quanto successo rimane una rivolta verso il governo: è bastato che Brinkhaus promettesse più autonomia rispetto al corso di Kauder, per anni cinghia di trasmissione tra la cancelliera e il Bundestag, per essere eletto.
Di “rivolta” hanno parlato anche i socialdemocratici: gli alleati aspettano ora un cambiamento di linea nel governo. Merkel non rischia quindi, per il momento, un voto di sfiducia che non converrebbe a nessuno. Ma la cancelliera, scrive Der Spiegel, ne esce “chiaramente indebolita”. Per il politologo Decker, intervistato dal settimanale tedesco, la sentenza di martedì “spronerà i pensieri di Angela a spianare la strada per un successore o un successore alla presidenza del partito e alla cancelleria prima di quanto inizialmente previsto”. Ovvero prima della fine della legislatura.
In realtà, più in bilico della Merkel c’è il suo ministro Seehofer. Il voto dei deputati dell’Unione è una sfiducia anche nei suoi confronti e se tra tre settimane le elezioni in Baviera certificheranno il crollo della Csu per ora emerso dai sondaggi, a rischio ci sono le sue poltrone sia a Monaco che a Berlino. Con un nuovo interlocutore tra i bavaresi, Merkel potrebbe ricominciare da zero il suo quarto e più difficile corso da cancelliera e premere quel pulsante “reset” invocato esplicitamente dai cristiano-democratici per bocca di Norbert Röttgen. Intanto la cancelliera dovrà cominciare questa operazione con Brinkhaus, rinfrescando la più grande capacità che le è sempre stata riconosciuta in Germania: fare buon viso a cattivo gioco.