Il Tribunale di Busto Arsizio ha anche comminato il 47enne a pagare le spese processuali e a versare 5mila euro alla politica forzista. Nel processo sono stati esaminati i fatti e le pressioni recenti, perché per le avances moleste più datate Bernardini ha patteggiato una pena di 18 mesi a dicembre 2017
L’imprenditore veneto Giovanni Bernardini è stato condannato a 10 mesi per stalking nei confronti dell’eurodeputata di Forza Italia Lara Comi. Il Tribunale di Busto Arsizio ha anche comminato il 47enne a pagare le spese processuali e a versare 5mila euro alla politica forzista. Nel processo sono stati esaminati i fatti e le pressioni recenti, perché per le avances moleste più datate Bernardini ha patteggiato una pena di 18 mesi a dicembre 2017.
A giugno l’imputato aveva parlato per la prima volta, esponendo la sua versione: “Sposarla era il mio sogno – ha sottolineato – Ho espresso forse in maniera eccessiva e cialtronesca i miei sentimenti, ma non c’è mai stata da parte mia la volontà di minacciare. Volevo farle capire che ci tenevo”. Un’ossessione che portò al suo arresto: era il 22 settembre 2017 e lui decise di assistere dagli spalti dello stadio di Lecco a una partita benefica, tra l’altro contro la violenza sulle donne, nonostante un divieto di avvicinamento.
I due si erano conosciuti nel 2013. “La prima volta che l’ho vista era in tv – ha riferito Bernardini – poi la incontrai di persona a Rimini. Il recapito telefonico me lo ha lasciato proprio lei. Appena l’ho vista in televisione, ho provato una simpatia istintiva. Gli chiesi l’amicizia su Facebook e me la concesse (la Comi, in aula, ha smentito, nda). Parlavamo di tutto, di agricoltura, politica, calcio. Stavamo discutendo della possibilità di organizzare un incontro sulla problematica delle concessioni balneari”. Ma dalle questioni burocratiche l’imprenditore passò prestò a un linguaggio più spinto. Già nel 2013 inviò i primi mazzi di fiori all’onorevole, senza ottenere risultati, mai. Anzi: “Mi fece subito capire che non c’era margine: è stata categorica”.
L’atteggiamento dell’uomo è andato avanti almeno un paio d’anni con un fiume di messaggi, dichiarazioni d’amore con tanto di proposte di matrimonio e una chiesa prenotata con nomi fasulli. Ma anche pedinamenti sotto casa, appostamenti negli appuntamenti pubblici e nei convegni elettorali. Un incubo raccontato in aula a Busto Arsizio, davanti al giudice Valeria Recaneschi, dall’europarlamentare di Forza Italia, lo scorso maggio: “Mentre ero in tv – ha spiegato l’esponente politica – mi diceva che mi stava guardando, mi seguiva, più volte me lo sono trovato fuori casa, ho cambiato casa, ho tolto il secondo cellulare. Sono arrivata al punto di non dire più pubblicamente dove andassi per la paura di vederlo. Mi scriveva che voleva fare l’amore con me, che avrebbe voluto fare dei figli con me. Era andato anche a prenotare la chiesa per il matrimonio con un nome falso”.