Governo e Parlamento hanno già abbondantemente superato lo “scoglio” dei primi 100 giorni. Se l’avvio della legislatura, con la formazione del governo si è contraddistinta per la fase lunga e travagliata, l’attività parlamentare non brilla certo per produttività. Tre decreti: Dignità, Emergenze (con dentro Genova) ed Immigrazione (varato due giorni fa). Poi il disegno di legge Anticorruzione del ministro Alfonso Bonafede che però deve ancora iniziare il suo iter. Ma il Parlamento? Ad Andrea Cecconi, deputato ex M5s ed oggi nel gruppo Misto (è stato espulso poco prima del voto per la vicenda dei rimborsi non dati), era venuta un’idea: in attesa che l’attività legislatura del governo si concretizzi, perché non dar spazio alle leggi di iniziativa popolare già depositate nella precedente legislatura? “Ma dopo tre mesi in cui l’attività parlamentare è stata pressoché nulla – dice Cecconi, che nella scorsa legislatura è stato anche capogruppo Cinquestelle – a parte il decreto Dignità che comunque non occupava l’interezza del Parlamento, nella commissione Affari Sociali, della quale faccio parte, assieme al collega Vitiello, che si attivato in commissione Giustizia, abbiamo fatto richiesta di calendarizzare almeno qualcuna delle 16 leggi d’iniziativa popolare depositate nel corso della precedente legislatura”.
Alcune di queste riguardano temi molti discussi, come l’eutanasia e la legalizzazione della cannabis. A fine luglio in una conferenza dei capigruppo congiunta delle commissioni Affari sociali e Giustizia, Cecconi e Vitiello proposero di calendarizzare il testo sull’eutanasia, ma la maggioranza M5s-Lega respinse l’iniziativa. “Dissero che non era materia oggetto del ‘Contratto di Governo‘ e dunque non c’era interesse a portarla avanti. Anche se politicamente questa cosa si può comprendere, dal M5s non me lo aspettavo, vista la battaglia nella scorsa legislatura per calendarizzare proprio le leggi di iniziativa popolare, che rappresentano uno dei punti cardine del Movimento fin dal primo V-Day. Non mi aspettavo questa chiusura, anche se devo sottolineare che la presidente di commissione Giulia Sarti ha tentato di riproporre la calendarizzazione”. D’altra parte è vero che su alcuni temi sociali tra M5s e Lega c’è diversità di vedute e infatti nel contratto di governo non ce n’è traccia. “Ma tra le 16 leggi di iniziativa popolare – ribatte il deputato del Misto – c’è anche quella che riguarda l’abolizione della possibilità di assunzione di incarichi extragiudiziari da parte dei magistrati: perché non si è discusso nemmeno quella?”.
Cecconi a inizio settembre ha scritto al presidente della Camera Roberto Fico e al ministro per i Rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta Riccardo Fraccaro. Entrambi hanno risposto. Fico si è impegnato nella riforma dei regolamenti parlamentari. Il ministro ha rilanciato la sua proposta di una riforma costituzionale.
Fico ha spiegato quello che ieri ha reso pubblico anche su facebook: la proposta ai capigruppo per l’ottimizzazione del lavoro in commissione da concentrare sul mercoledì e il giovedì mattina. “Questo significherà prolungare l’orario serale delle sedute in diversi giorni” dice Fico. Di fatto un’avvio sperimentale della riforma dei regolamenti parlamentari, sulla scorta di quanto fatto nella precedente legislatura in Senato.
Fraccaro, invece, in una lettera di risposta a Cecconi, ribadisce d’essere favorevole “a proposte di revisione costituzionale tese ad introdurre nel nostro ordinamento forme rafforzate di iniziativa legislativa popolare che assicurino che una proposta di legge, qualora supportate da un numero di consistenti di firmatari, venga esaminata dalle Camere e approvate in un tempo congruo, prevedendosi, in caso contrario, l’indizione di un referendum sul testo proposto” e valuta “con favore le iniziative assunte in questi mesi dal presidente della Camera dei deputati, che ha invitato i presidenti delle Commissioni permanenti a valutare l’inserimento nel calendario dei lavori delle proposte di legge di iniziativa popolare”. Ilfatto.it ha contattato più volte il ministro Fraccaro per chiedere perché non è stata calendarizzata nessuna delle 16 proposte di legge popolare già depositate nonostante il contratto di governo preveda di “rendere obbligatoria la pronuncia del Parlamento” su testi di questo tipo e se magari farà in modo che finalmente uno di quei 16 testi vada in discussione. Ma non è mai arrivata una risposta.
Per vedere l’effetto delle eventuali riforme organiche promesse da Fraccaro (sulla discussione delle leggi popolari) e di Fico (la riforma del regolamento della Camera) ci vorranno anni. Nel frattempo? “Le leggi d’iniziativa popolare possono essere anche bocciate dalle Aule parlamentari, ma dov’è il cambiamento se queste proposte non possono neppure essere discusse. Ne parleremo forse tra un anno e mezzo o due, sempre che la riforma Fraccaro vada in porto e che il governo duri, quando invece si sarebbe già potuto discutere e decidere su temi importanti. Questo è un peccato”.