Ancor prima dell’apertura di Wall Street, i titoli Tesla hanno perso oltre il 12% nelle contrattazioni. Un crollo che segue all’azione legale per frode contro il numero uno Elon Musk, intentata giovedì 28 settembre dalla Securities and exchange commission (Sec), la Consob americana. Nel mirino un tweet dello scorso 7 agosto, in cui il miliardario sudafricano annunciava la sua volontà di ritirare Tesla dal mercato a un prezzo di 420 dollari ad azione, assicurando la disponibilità dei fondi (stimati in circa 66 miliardi).  Già alla chiusura dei mercati Tesla aveva lasciato sul terreno il 6,48%.

Musk “sapeva, o è stato spericolato nel non sapere” che la propria affermazione era falsa e ingannevole, non avendo indicato le fonti di finanziamento per l’operazione, denuncia l’autorità di vigilanza al tribunale di New York. Il tweet, prosegue il documento, aveva “causato confusione sul mercato, tanto che molti si sono chiesti se si trattasse di una battuta”. La Sec chiede inoltre che Musk non possa più amministrare società quotate a Wall Street. Il 25 agosto, poi, la ritrattazione, con Musk a comunicare, sempre su Twitter, che la società sarebbe rimasta a Wall Street.

“Quest’azione ingiustificata da parte della Sec mi lascia profondamente rattristato e deluso”, ha commentato l’imprenditore. “Ho sempre agito nel miglior interesse della verità, della trasparenza e degli investitori. L’integrità è il più importante valore nella mia vita e i fatti lo dimostreranno”, ha aggiunto. Il cda di Tesla ha rinnovato la sua “piena fiducia in Elon, nella sua integrità e nella sua leadership della società, che si è tradotta nella casa automobilistica americana di maggior successo nell’ultimo secolo”.

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