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In nome del popolo italiano. Cioè uno, nessuno e centomila

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La manovra del popolo, la Costituzione del popolo, il movimento del popolo. Se ogni decisione è presa nel nome del popolo, chi mai potrà ritenerla sbagliata? Qualunque tipo di azzardo sarà giustificato dall’esigenza di aver detto e scritto, finanziato o revocato un provvedimento per il bene del popolo, dunque di tutti.

Richiamarsi al popolo continuamente e anche a volte eccedendo con questa connessione sentimentale, può produrre effetti collaterali.

Innanzitutto la prima: la benemerita manovra si finanzia col debito pubblico. Dunque potremo chiamarlo debito del popolo. Dal quale popolo, qui sorge la domanda, vanno detratti gli evasori fiscali oppure no? Anche gli evasori sono nostri concittadini che usufruiscono dei servizi ai quali tutti accediamo. Dunque sono popolo. Però essendo evasori al momento di pagare i debiti non sono popolo.

Secondo effetto collaterale: a nome degli italiani, dunque del popolo, parla anche il presidente della Repubblica che consiglia, indica, propone. Il popolo che rappresenta Mattarella è lo stesso a cui fa riferimento continuamente Di Maio? Mettiamo caso che Mattarella, interpretando il popolo, esprima parere differente a quello del governo. Che si fa?

Terzo effetto collaterale: i giudici sentenziano in nome del popolo italiano. E proprio nel loro nome hanno inquisito il ministro dell’Interno Salvini.

Che però – ricordate? – ha risposto spiegando che lui rappresenta il popolo, ed in nome del popolo sta governando e i giudici – che attualmente giudicano in nome del popolo – si facciano eleggere dal popolo per giudicare un uomo del popolo.

Il popolo: cioè uno, nessuno e centomila.

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