“Tempi? in questo momento non lo so, devo vedere il progetto. Otto mesi però mi sembrano pochi”. Da quando venerdì Ilfattoquotidiano.it ha anticipato la scelta del governo, Claudio Andrea Gemme, commissario designato dal governo per l’emergenza Genova, parla per la prima volta della ricostruzione del Ponte Morandi, crollato il 14 agosto provocando 43 morti.
Il manager genovese di Fincantieri, toccato dal crollo poiché la sua famiglia ha una casa nella “zona rossa” di via Porro dove lui stesso ha abitato da piccolo, spiega di aver “letto e riletto” il decreto Genova, firmato ieri da Sergio Mattarella, sul quale precisa di potersi esprimere “solo quando entrerò nel dossier e cercherò di capire quali sono i processi migliori per semplificare le attività“. La priorità, spiega, è “fare un percorso veloce”. Al momento, aggiunge Gemme, può promettere solo “impegno, grande dedizione al dossier e a una costruzione rapida salvaguardando il patrimonio culturale e logistico della città”.
Gemme – entrato in Finmeccanica nel 1973, passato all’Ansaldo nel 2000 – è oggi presidente di Fincantieri Sistemi Integrati e direttore della Divisione Systems & Components della stessa Fincantieri (a cui, peraltro, il M5S vorrebbe affidare un ruolo nella ricostruzione del ponte Morandi), membro della giunta di Confindustria, nonché presidente del comitato strategico Alti Studi di Milano e della Gaslini onlus. Lo scorso anno, il governatore della Liguria, Giovanni Toti, lo avrebbe voluto come candidato del centrodestra a sindaco di Genova, ruolo per il quale fu poi scelto l’attuale primo cittadino Marco Bucci.