C’è un fantasma che si aggira per i tornei del calcio italiano, una formazione sospesa che esiste, ma non disputa partite e non ha una lega di riferimento. Questo sarà il weekend del grande calcio: il derby di Roma, Juventus-Napoli; dai big match della Serie A all’ultima categoria del pallone, giocano tutte. Tranne la Virtus Entella, che ha già debuttato in Serie C, ma avrebbe dovuto farlo in B, e adesso non gioca più né in un campionato né nell’altro. Una squadra fantasma, appunto.
Il caso della società ligure è un paradosso, forse senza precedenti, che rappresenta alla perfezione il caos che ha travolto quest’estate la Serie B, a causa dei ricorsi e delle scelte scellerate del Coni. Rispetto alla battaglia delle quattro escluse (Catania, Pro Vercelli, Ternana e Siena) che protestano contro il blocco dei ripescaggi, la situazione dell’Entella è ancor più particolare: retrocessa sul campo lo scorso anno, si sarebbe salvata se il Cesena (colpevole di plusvalenze false insieme al Chievo Verona) fosse stato penalizzato sul campionato scorso, e non sul prossimo in cui non potrà scontare la sanzione visto che intanto è fallito. Il 19 settembre il Collegio di garanzia ha accolto il suo ricorso, stabilendo che effettivamente i romagnoli avrebbero dovuto essere sanzionati sulla classifica precedente, e che dunque in linea teorica la Virtus avrebbe diritto a essere in Serie B. Peccato che avesse già debuttato in Serie C due giorni prima, per altro vincendo per 3-1 sul campo del Gozzano.
È stato quasi peggio che vedersi dare torto: da allora la società è sospesa nel limbo. I calciatori si allenano ma non giocano, il direttore sportivo tratta giocatori ma non può tesserarli, il presidente paga i dipendenti ma le attività sono ridotte. È tutto bloccato. Le scene che si vedono nel ritiro di Chiavari sono quasi surreali. La routine della squadra non è cambiata: alle dipendenze di mister Boscaglia e dello staff tecnico, i calciatori continuano a svolgere la preparazione come se nulla fosse. Alla domenica, però, non c’è la partita. All’inizio la società ha improvvisato qualche amichevole, adesso diventa difficile pure trovare un’avversaria: al contrario della Virtus, tutte le squadre sono impegnate in un qualche campionato, non c’è nessuno disponibile per giocare contro l’Entella. Per questo weekend il club sta provando a organizzare un incontro con la Viterbese, l’altro club in bilico (visto che se l’Entella fosse riammesso in Serie B i laziali cambierebbero di girone, e sono in attesa di conoscere il responso). Il derby dei sospesi. In alternativa non resta che la partitella interna contro la primavera.
Ormai la squadra è arrivata a quota 75 giorni di allenamento, con soli tre match ufficiali disputati. Oltre al debutto in terza divisione, i due turni superati in Coppa Italia, battendo Siena e Salernitana in attesa della grande sfida nei sedicesimi contro il Genoa. Solo un motivo di beffa ulteriore: i ragazzi di Boscaglia, ancora imbattuti, sono competitivi, vorrebbero solo poterlo dimostrare sul campo. Non va meglio ai tifosi, che accorrono allo stadio ma solo per gli allenamenti. “L’aspetto più difficile è la depressione in cui rischia di sprofondare l’ambiente: per calciatori e tifosi la partita è vita, ci stanno negando la gioia di giocare a pallone”, spiega il presidente Antonio Gozzi. Poi c’è l’aspetto societario. Il direttore sportivo stava pensando di rinforzare la rosa, ma le trattative con un paio di svincolati si sono arenate sul più bello: al momento non possono essere tesserati, visto che la Virtus non ha neppure una Lega di riferimento dove depositare il contratto. Il danno economico, tra sponsor mancati, stipendi e bollette pagate anche in un periodo di inattività, biglietti rimborsati per le partite rinviate e abbonamenti sospesi, aumenta di giorno in giorno.
Per ora il limbo continua. Il parere del Collegio di garanzia non basta a riportare in B l’Entella: servirebbe un atto ufficiale di riammissione da parte della Lega (qualcuno dice che andrebbe addirittura rifatto il processo al Cesena, che però intanto non esiste più). La Lega presieduta da Mauro Balata e la FederCalcio del commissario Fabbricini non sono però dello stesso parere, e fanno ostruzionismo: con l’ennesimo paradosso di questa assurda vicenda, la Figc ha impugnato la delibera del Collegio, sconfessando la sua stessa Procura che pochi mesi fa aveva chiesto la penalizzazione ad anno in corso del Cesena. La vicenda è finita al Tar, che si pronuncerà però soltanto il 9 ottobre. “Noi aspettiamo e non molliamo”, assicura il patron Gozzi. La società sta anche pensando di organizzare per la settimana prossima un sit-in a Roma, davanti alla sede della Figc: giocatori, tifosi, dipendenti, tutti insieme per far sentire la loro voce. Sperando che qualcuno si ricordi dell’esistenza dell’Entella.