“Una cosa è certa: gli italiani non possono pagare il canone per una Rai in queste condizioni“. Sono le parole del vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, intervistato da Massimo Giletti a Non è l’arena (La7). E rivolgendosi al conduttore, il ministro M5s spiega: “La nostra più grande sfida è mettere mani sulla Rai, rimetterla in moto e garantire il merito, cosa di cui lei, Giletti, è informato visto che è stato uno di quelli colpiti dall’assenza di merito nella Rai. Questa sfida non dovrà essere combattuta solo dall’ad Fabrizio Salini e da Marcello Foa, ma dovremo combatterla tutti noi politici, tenendo lontano le mani della politica il più lontano possibile dalla Rai. Così la Rai potrà risorgere ed evitare le influenze della politica”.
Sul neo-presidente della Rai, Di Maio osserva: “Abbiamo scelto Foa come presidente della Rai perché è un grande giornalista, fuori da quel gruppetto pariolino di giornalisti romani che ogni giorno passano il tempo a osannarsi l’uno con l’altro. Nessuno può dire che Foa è della Lega, perché ha una sua storia personale che viene prima della Lega e di questo governo”.
Il ministro del Lavoro difende l’accordo sul deficit al 2,4%: “Si sta facendo passare la linea di questo governo come qualcosa di trasgressivo, ma tutti stano facendo deficit in questi anni per aiutare il loro popolo: Spagna, Francia, Portogallo. Quando noi ce la prendevamo con l’Europa dicendo che la Ue era contro l’Italia, in realtà erano gli altri Paesi che hanno pensato agli interessi del loro popolo. Prima non si pensava agli interessi del popolo italiano, adesso con questo governo si comincia a farlo”.
E aggiunge: “Berlusconi? Può stare tranquillo all’opposizione. Ma in questi giorni in cui sto vedendo il giochino dello spread con giornali come La Repubblica e La Stampa, che giocano a tifare per lo spread, devo dare atto a Berlusconi che, quando cadde il penultimo governo eletto dal popolo, sicuramente si sono innescate dinamiche di una sinistra italiana che non sa portare avanti le proprie battaglie in maniera leale, ma ricorre a sotterfugi, televisioni, gruppo De Benedetti, giornali e giornalini”. Poi puntualizza: “Mi dispiace che anche i giornali di Berlusconi in questi giorni stiano tifando per far salire lo spread, quando lui è stato vittima dello spread anni fa. Ma questa volta non succederà perché noi non siamo ricattabili. A noi non possono dire: ‘O lasci o ti facciamo perdere le tv’. L’unica cosa che abbiamo da perdere è la reputazione nel momento in cui non manteniamo le promesse agli italiani”.
Su Salvini, infine, precisa: “Sa che solo una cosa non mi deve chiedere: garanzie per Berlusconi perché non ci sono garanzie da dare a Berlusconi in questo governo, altrimenti facciamo come quelli di prima”