Secondo le ricostruzioni di molti siti web statunitensi, attorno alle metà di settembre, Stabile si era recato in vacanza in un super resort dove vengono create onde artificiali e dove molti surfisti esperti si allenano. Il 16 settembre tornato nella sua casa del New Jersey, il ragazzo, appassionato di surf, pesca e snowboard, stava tagliando l’erba nel suo giardino quando ha iniziato ad accusare dei fortissimi mal di testa
Un’ameba killer che divora cervelli umani. Dagli Stati Uniti arriva una storia vera, che ricorda i casi estremi del programma tv Io e il mio parassita. Il 29enne surfista Fabrizio Stabile, originario del New Jersey, è morto dopo aver ingoiato l’ameba “naegleria fowleri” che in un paio di giorni gli ha divorato il cervello. Secondo le ricostruzioni di molti siti web statunitensi, attorno alle metà di settembre, Stabile si era recato in vacanza al Cable Park e Surf Resort di Waco, in Texas. Un super resort dove vengono create onde artificiali e dove molti surfisti esperti si allenano.
Il 16 settembre tornato nella sua casa del New Jersey, il ragazzo, appassionato di surf, pesca e snowboard, stava tagliando l’erba nel suo giardino quando ha iniziato ad accusare dei fortissimi mal di testa. Presi diversi analgesici, Stabile si è messo a dormire, ma una volta svegliatosi la mattina successiva i dolori non erano cessati ma soprattutto non è riuscito ad alzarsi e ha iniziato a pronunciare frasi senza senso. A quel punto la madre ha chiamato il 911 che poi ha portato d’urgenza il ragazzo al centro medico di Atlantic City. I sintomi di Stabile (gonfiore del cervello e febbre alta) sembravano attinenti ad una meningite batterica e sono stati trattati medicalmente come tali. Come poi però hanno scritto i genitori del ragazzo in una pagina di GoFundMe – aperta per raccogliere fondi alla memoria di Fabrizio e donarli per studiare rimedi ai sintomi che ne hanno provocato la morte – : “Sfortunatamente nostro figlio non ha risposto ai farmaci e le sue condizioni sono immediatamente peggiorate”. Al ragazzo sono stati fatti tantissimi test per i più disparati batteri e virus, ma i risultati sono stati tutti negativi.
Dopo due giorni di agonia uno dei test è risultato positivo. “Il liquido cerebrospinale (CSF) di Fabrizio è risultato positivo all’ameba Naegleria fowleri che gli ha causato una rara infezione che è stata diagnosticata solo 143 volte negli Stati Uniti negli ultimi 55 anni – hanno scritto i genitori – Lo scenario peggiore si è aperto davanti ai nostri occhi quando abbiamo appreso che questa infezione si traduce in un tasso di mortalità del 98%. Ma quando è stata effettuata la diagnosi per Fabrizio non c’era più niente da fare. Non c’era più modo di somministrargli il farmaco che era stato precedentemente fornito a tre dei cinque sopravvissuti all’ameba conosciuti nel Nord America”.