Un percorso di formazione antirazzista destinato agli uomini della Polizia municipale. L’iniziativa, finanziata dal Comune di Bologna su proposta dell’associazione Eos, comprende una serie di laboratori e seminari per formare funzionari ed agenti a comprendere l’importanza dell’agire non discriminatorio per favorire la coesione sociale e la soluzione dei conflitti tra i diversi gruppi etnici. Un programma che fa discutere: per la senatrice leghista Lucia Borgonzoni, sottosegretario ai Beni culturali e già candidata sindaco della città, il progetto “rasenta il ridicolo“. E i consiglieri regionali della Lega Daniele Marchetti e Gabriele Delmonte chiedono di “richiamare” l’amministrazione del capoluogo.
Per finanziare la formazione, Palazzo d’Accursio ha stanziato poco meno di cinquemila euro, parte di un contributo di circa 194mila euro erogato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Il percorso durerà da ottobre 2018 a settembre 2019, e prevede incontri mensili con esperti di discriminazione, tra cui il presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia Yassine Lafram e il capo dell’Associazione sinti italiani di Bologna Luigi Chiesi. Proprio l’identità dei relatori è l’aspetto che meno va giù alla Borgonzoni: “Solo a Bologna musulmani e sinti possono andare in giro a fare da insegnanti per i vigili”, attacca la senatrice, che definisce il corso “assurdo e offensivo“. “L’Agenzia Italiana per la Cooperazione forse farebbe bene a controllare per cosa vengono utilizzati i fondi che eroga”, aggiunge.
Tra gli argomenti affrontati nei seminari, le discriminazioni dirette, indirette e istituzionali, ma anche il rispetto dei diritti umani, gli obblighi di non discriminazione e le pari opportunità all’interno della polizia. Saranno confrontate le modalità operative della polizia municipale e quelle dei mediatori culturali, per individuare le modalità più adatte a comunicare e far comprendere il sistema di norme e regolamenti alle comunità straniere, ascoltandone le esigenze.