Un fascio di luce illumina una porzione di un sentiero nel bosco. Nella parte bassa la foto di due ragazze che si tengono per mano e la scritta “Ti senti confusa e attratta da persone del tuo stesso sesso? God’s Promise sarà la tua nuova casa. Per ritrovare il sentiero per l’amore più puro”. Questo è solo un esempio di “contenuti” pubblicati su una pagina Facebook e una Instagram di un centro religioso rieducativo per adolescenti – God’s Promise – che sentono pulsioni omosessuali e che possono essere curati con sede a Carpineto Romano.
Sono bastati pochi giorni di web, e nemmeno una decina di post, per creare subbuglio social. Anche se i profili erano dei fake creati ad hoc. L’idea, un po’ lancio pubblicitario, un po’ indagine socio-antropologica è venuta a quelli di Teodora distribuzione che il 25 ottobre porteranno nelle sale italiane il bel film di Desiree Akhavan, vincitore del gran premio della giuria all’ultima Sundance film festival, La diseducazione di Cameron Post. Là nel Montana del film, anno 1993, il centro God’s Promise è un istituto vero e proprio dove viene rinchiusa la protagonista Cameron (Chloe Grace Moretz) dopo essere stata scoperta a baciarsi con un’altra ragazza.
Nel centro di “riabilitazione” spirituale la parola d’ordine è “to pray away the gay”, ma la protagonista si ribellerà creando a sua volta una piccola comunità di “rivoltosi” in grado di affermare con coraggio la propria identità sessuale. “Per fortuna il “centro di ricerca educativa” God’s Promise in Italia non esiste. La campagna fake che abbiamo tenuto attiva per 5 giorni, nasce con un intento diametralmente opposto a quello dichiarato”, hanno spiegato in queste ore da Teodora. “Questa campagna nasce in realtà con l’obiettivo di richiamare l’attenzione sul tema delle cosiddette “terapie riparative” o “terapie di conversione”, che trovano la loro applicazione più estrema nei cosiddetti campi di rieducazione per adolescenti. Nonostante la comunità scientifica non attribuisca alcun valore a queste presunte cure, esse sono ancora considerate legali, in Italia come nella gran parte dei paesi europei. Il centro che abbiamo finto di promuovere quindi non esiste, non sta arrivando nella tua città, ma se un’attività del genere davvero si concretizzasse, i suoi promotori non sarebbero legalmente perseguibili dalle autorità italiane”. Basta infatti collegarsi al sito di Courage Italia per ottenere gli stessi “servizi” offerti dal God’s Promise fake di Teodora, come dal vero centro rieducativo statunitense.
“L’Apostolato Courage opera in alcune diocesi italiane – scrivono sul sito web di Courage – se ti stai interrogando sulla condizione omosessuale, tua o di una persona a te cara, e sei alla ricerca di una risposta di fede scrivici e ti metteremo in contatto con un sacerdote disponibile all’ascolto, che saprà accoglierti coerentemente col messaggio di carità e verità della Chiesa cattolica”. Le pagine fake di Facebook e Instagram del fasullo God’s Promise inventato da Teodora hanno raccolto oltre duemila like, quindi probabilmente una buona fetta di utenti le ha considerate autentiche; oltre duemilacento commenti perlopiù di contestazione e dileggio verso le frasi roboanti di “conversione” per omosessuali e lesbiche con condivisioni a catena nazionali ed internazionali. Il tutto con una minima spesa di 150 euro e una grafica non proprio elaborata per tre meme di numero. “Si è deciso di interrompere la campagna – hanno concluso da Teodora – destinata certamente a raggiungere livelli di popolarità molto più elevati di quelli attuali, per evitare che si generassero eccessive tensioni e attriti anche tra gli utenti”.